Divina Commedia, canto ventiseiesimo

Divina Commedia, canto ventiseiesimo

Le parole di Ulisse

Ulisse racconta a Dante come, dopo la guerra di Troia, abbia sentito il desiderio di conoscere il mondo oltre le colonne d'Ercole, violando così gli ordini degli dèi. Ha attraversato gli oceani, affrontando molte difficoltà, e alla fine è giunto in un'isola sconosciuta. Qui fa naufragio, causando la morte di se stesso e dei suoi compagni.

Per Dante, la storia di Ulisse è una tragedia che mette in guardia contro l'ingordigia dell'uomo per l'ignoto e l'eccesso di ambizione che può portare alla perdizione eterna.

"Fatti non foste a viver come bruti"

La frase può essere tradotta in italiano moderno come "Non siete stati creati per vivere come bestie, ma per seguire virtù e conoscenza". Con queste parole Ulisse spiega quello che, secondo lui, è l’unico scopo della vita: il conoscere per non abbrutirsi, per non restare bloccati a uno stato primitivo fatto di solo istinto ma privo di ratio.

Il viaggio come conoscenza del mondo e di sè

Esplorazione del Mondo Esterno
L'incontro con nuove persone, la scoperta di tradizioni diverse e l'immersione in contesti sconosciuti possono arricchire la comprensione del mondo

Esplorazione del Mondo Interno
Il viaggio può anche essere un'occasione per esplorare emozioni, convinzioni e aspetti più profondi di sé stessi. Molte storie vedono il protagonista intraprendere un viaggio esterno che alla fine si riflette in una crescita personale e spirituale.

Eroe moderno

Ulisse anticipa il Rinascimento e il progresso scientifico, è un uomo che non tollera i confini posti dalla tradizione alla conoscenza umana e tenta di forzarli.

Il suo pensiero è valido perché le grandi scoperte (le Americhe e tutti i paesi inesplorati) sono state sempre mosse da questo desiderio di conoscenza.

Dante colloca Ulisse nell'ottavo cerchio dell'Inferno, riservato ai consiglieri fraudolenti

Ulisse è punito nell'Inferno perché rappresenta un esempio di trasgressione nei confronti di Dio e della natura divina

Dante è un uomo del Medioevo

Ha una visione teocentrica dell'universo, con Dio al centro di tutto. La Divina Commedia è strutturata su una concezione medievale della cosmologia, con l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso che rappresentano le sfere dell'aldilà

La punizione di Ulisse sottolinea il tema centrale della "Divina Commedia" riguardo alla giustizia divina e alla necessità di sottomettersi alla volontà di Dio. La figura di Ulisse rappresenta l'arroganza e la presunzione umana che sfidano l'autorità divina, e la sua pena serve come monito contro l'orgoglio e la ribellione nei confronti di Dio

Il peccato di Ulisse

Ulisse viene punito, tra le altre cose, perché ha trascinato i compagni in un folle viaggio, condannandoli alla morte. Secondo Dante, è un peccatore che ha trasgredito il suo dovere di rimanere a casa e di non cercare l'avventura oltre i confini stabiliti dagli dei.

Ulisse ha sfidato gli dei e per Dante questo è intollerabile

Il peccato di Ulisse, secondo Dante è aver dato in vita suggerimenti ingannevoli a chi lo circondava, e di aver quindi ingannato il prossimo.

Descrizione della pena

Ulisse è immerso nella fiamma, in una rappresentazione simbolica del peccato della frode. La lingua di fuoco è immagine della lingua con cui ha peccato, dando consigli ingannatori.

Il viaggio di Dante
e il viaggio di Ulisse

Dante

Il viaggio segue un asse verticale.
È voluto da Dio.
Si muove verso il purgatorio.
Sale verso l’alto.
La sete di conoscenza si lega ai valori morali.
Condanna la separazione tra scienza e morale.

Ulisse

Il viaggio segue un asse orizzontale.
È un “folle volo”.
Si muove verso il purgatorio.
Fa naufragio.
È spinto dalla sete delle scoperte geografiche.
Anticipa la moderna autonomia della scienza dalla morale.

Sia Dante che Ulisse sono mossi nel loro viaggio dalla ricerca della verità. Per Dante la verità coincide con la contemplazione di Dio, per Ulisse con l’esplorazione del mondo