La dinastia Giulio-Claudia

Augusto morì nel 14 d.C. senza figli maschi a cui lasciare il potere. Prima di morire, tuttavia, aveva assicurato la successione a Tiberio, figlio di sua moglie Livia che aveva avuto da matrimonio precedente

Tiberio (14-37)

Era di Gens importante, la gens Claudia, che nei secoli precedenti aveva prodotto consoli e politici importanti. Era quindi gradito al senato

Nascita della Gens Giulio-Claudia, dall'unione della gens Giulia e quella Claudia.

Il senato lo accettò come discendente di Augusto, vedendo in lui un ottimo esempio di princeps

Per i primi anni buoni rapporti, poi deteriorati

Augusto lo aveva nominato Tribuno della plebe e Proconsole ben prima di morire, garantendogli poteri legali per mantenere il potere

Tiberio decise di mantenere il modello di Augusto, ovvero una politica estera di consolidamento, una interna di buoni rapporti col senato e in generale portava avanti i valori repubblicani

Tuttavia non era abile politicamente, e il senato iniziò a creare un clima di tensione attorno a lui quando decise di ritirarsi (senza lasciare il potere) nel 26 a Capri, disgustato dal comportamento dei senatori

Mentre Tiberio era via da Roma, il senatore Elio Seiano, divenuto prefetto del pretorio, iniziò a creare un piano di congiura. Venne scoperto, e Tiberio lo fece condannare a morte per Lesa Maestà, reato che divenne estremamente sfruttato da Tiberio negli ultimi anni di governo: fece uccidere moltissimi nemici politici

Prima di morire, nel 37, Tiberio nominó come suo discendente Gaio Cesare, detto Caligola, figlio del popolarissimo Germanico (detto spesso l'imperatore mancato)

Era un ottimo generale, aveva condotto varie campagne a nord delle Alpi e si era fatto conoscere dal popolo, ma fu anche abile amministratore

Durante il suo impero costituì tre nuove province per snellire la burocrazia locale, Mesia, Cappadocia, Rezia