II secolo d.C., apogeo dell'impero
Nel 96, dopo l'assassinio di Domiziano, eliminato dalle sue guardie pretoriane a causa della sua deriva autoritaria, rimase la questione della successione. I pretoriani potevano decidere con la forza un discendente facilmente controllabile
La scelta ricadde su Nerva, un senatore di ormai 66 anni, noto per la sua pacatezza e malleabilità alle situazioni avverse.
Il suo fu un principato di transizione, in cui riuscì a ridimensionare il potere dei pretoriani dando anche importanza alle opinioni dei senatori, e durò solo due anni fino alla morte dell'imperatore nel 98 d.C.
Di grandissima importanza fu, tuttavia, la sua scelta di nominare proprio successore Traiano, adottato da Nerva poco prima di morire
Traiano era un uomo da guerra, espertissimo comandante 46enne nel giorno della sua nomina a discendente nonchè il primo provinciale a essere nominato imperatore
Nato nella penisola iberica, gli imperatori sino a quel momento erano stati tutti di origine italica. Sempre più importanti le province, che esprimeranno tutti gli altri imperatori del II secolo
Ulteriore fatto di cambiamento rispetto al passato fu la natura della sua nomina: primo imperatore nominato per i suoi meriti
Nerva pose le basi per un nuovo criterio di nomina di discendenti: dopo un secolo di caos caratterizzato da nomine in base a discendenza, in base a scelta di senato o esercito, il successore doveva essere qualcuno in grado di portare stabilità, pace e prosperità all'impero.
D'ora in poi, fino a Marco Aurelio, gli imperatori verranno scelti in base ai loro meriti politici e militari. Traiano, infatti, aveva fatto carriera grazie alle sue abilità di condottiero, diventando governatore della Germania
TRAIANO (98-117)
Sin dai primi mesi del suo governo, si dimostrò un grandissimo amministratore di potere, mantenendo ottimi rapporti con il senato oltre a un grandissimo consenso popolare
A livello nazionale si distinse per un esteso intervento nella politica economica, innanzitutto risanando l'erario, devastato negli ultimi decenni dalle pazzie di Domiziano
Finanziò la realizzazione di grandi progetti per dare lavoro ai proletari, tra i quali il Foro di Traiano, un nuovo acquedotto lungo 57 Km oltre alla costruzione di nuove strade che collegavano meglio la penisola
Altro importante intervento nell'economia fu la concessione di sgravi fiscali, riducendo l'imposta per l'eredità e annullandola completamente ai più poveri
Infine, realizzò le istituzioni alimentari, che garantivano prestiti a basso interesse agli agricoltori in difficoltà, sempre più schiacciati dalla competizione proveniente dalle province
Per quanto riguarda la politica estera, Traiano fu il fautore dell'ultima, più grande, politica espansionistica, portando Roma alla sua massima estensione di sempre
Tra il 101 e il 106 intraprese una campagna contro i Daci, schierando 80.000 legionari e rendendo la Dacia provincia romana, traendo inoltre enormi quantità di oro e 50.000 schiavi come bottino di guerra
Nel 101 ottenne in eredità il regno dei Nabatei, che decise di rendere una provincia romana chiamata "Arabia Petrea", provincia che permise di unire i territori d'Egitto a quelli della provincia Giudea
Tra il 113 e il 116 intraprese una campagna militare contro vari regni del Medioriente, capolavoro militare di Traiano che portò alla conquista di grandi città come Babilonia, Ctesifonte (capitale dei Parti) e Seleucia, unite nella nuova provincia Mesopotamia
Inoltre, Traiano fondò la provincia di Armenia, fino ad allora regno alleato di Roma ma mai integrato
Morì nel 117 dopo un veloce deterioramento delle sue condizioni di salute, dovuto alla sua abitudine di cavalcare nelle stesse condizioni dei suoi soldati, precarie
Ottenne l'appellativo di "Optimus Princeps", il migliore dei primi, diventando punto di riferimento per tutti gli imperatori venuti dopo di lui "Felicior Augustus, melior Traianus"