Vittorio Alfieri

Perché Alfieri è un classico?

Perché nelle sue opere esalta l’individuo eccezionale, dotato di volontà e forza d’animo fuori del
comune.

Perché sottopone i suoi personaggi a uno scavo
interiore che penetra nelle ragioni più nascoste della
psiche, mostrando la fragilità dell’uomo e la labilità
del confine che separa ragione e follia.

Perché affida alla scrittura il compito di esplorare
le sfaccettature della grandezza e della miseria
dell’uomo, in uno stile sempre energico e incalzante
che scaturisce da un’urgenza assieme esistenziale e
stilistica.

La vita [1749-1803]

Nacque ad Asti nel 1749 da famiglia di antica nobiltà

rimase orfano di padre

si trasferì a Torino con la madre

studi all’Accademia Reale

Entrato nell’esercito, compì numerosi viaggi in Italia e in Europa

in Francia, Inghilterra, Olanda, Austria, Germania,
Scandinavia, Russia, Spagna e Portogallo

Il giovane Alfieri sperimentò in questi anni anche le
prime passioni d’amore

che lo portarono a battersi
in duello e a tentare il suicidio

La formazione letteraria

nel 1772

fondò la Société des
Sansguignons

Nel 1775

fece rappresentare al Teatro
Carignano la sua prima tragedia

Cleopatra

Nel 1778

donò tutti i suoi beni alla sorella in cambio di una
pensione annua e si trasferì a Firenze

dove aveva
intrecciato con Louise Stolberg

contessa d’Albany

fra il 1775 e il 1782

compose ben 14 tragedie, tra cui capolavori come Filippo, Antigone, Saul

Tra il
1783 e il 1787

compose nuove tragedie

la Mirra

i trattati
in prosa Del principe e delle lettere

e Della virtù
sconosciuta

Ultimi anni della sua vita

Alla fine del 1787

Alfieri si stabilì con la Stolberg
a Parigi

Fuggito
avventurosamente da Parigi con la Stolberg nel 1792

si stabilì definitivamente a Firenze

dedicandosi agli
studi (del greco e dell’ebraico)

alle traduzioni

al
completamento della Vita

e alla redazione definitiva delle Rime

Morì nel 1803 dopo una
breve malattia conclude

Ramo principale

Le tragedie [1775-1787]

Nell’arco di tredici anni Alfieri compose 19 tragedie

Gli argomenti sono tratti dal
mito classico

Antigone, Agamennone, Mirra

dalla
storia romana

Ottavia, Bruto primo, Bruto secondo

dalla Bibbia

Saul

dalla storia moderna

La
congiura de’ Pazzi, Filippo, Maria Stuarda

sono eliminati prologo ed epilogo, coro e personaggi secondari vengono ridotti i monologhi

sono rispettate fedelmente le unità di tempo, luogo e azione

Alfieri bandisce dalle sue
tragedie sia il fato classico sia la provvidenza del Dio
cristiano

Proprio il conflitto è l’anima delle
tragedie alfieriane: quello fra il tiranno e l’eroe della
libertà, oppure quello tutto
interiore come in Saul e in Mirra.

Saul [1782]

la tragedia è ispirata al racconto biblico del Primo libro dei
Re

la trama

r

Saul, re d’Israele, perseguita il giovane David che, incurante dei moniti del principe Gionata e della moglie Micol, torna nell’accampamento per aiutare i suoi contro i filistei (Atto I); accusato dal ministro Abner e difeso da Micol e Gionata, David si presenta al cospetto di Saul per giustificarsi, dichiarandosi pronto ad accettare qualunque punizione; Saul e David si riconciliano (Atto II). Riesplodono a più riprese la gelosia, la collera e la mania di persecuzione di Saul attacca anche i sacerdoti e a stento viene placato da David (Atto III). Invano Saul cerca un alleato nel figlio Gionata, che rimane fedele all’amicizia con David; nell’ennesimo accesso di furore Saul condanna a morte David e i sacerdoti accusati di favorirlo (Atto IV). Avvisato dall’amico e dalla moglie, David fugge, mentre Saul cade in delirio. Alla notizia della sconfitta contro i filistei, il re torna in sé, rifiuta di fuggire e si uccide (Atto V).

In apparenza la tragedia ripropone il conflitto, tipicamente alfieriano, fra tiranno (Saul) e uomo libero
(David).

in realtà, il vero conflitto è quello combattuto all’interno del personaggio di Saul, dilaniato da
opposte passioni

i suoi avversari, David e Dio, sono in
effetti proiezioni del suo io diviso

ama David, in cui vede se stesso da giovane

odia David, spinto dall’invidia e dalla gelosia

Mirra [1786]

la trama

r

Ideata nel 1784, stesa nel 1785 e verseggiata nel 1786, la tragedia mette in scena un mito classico: la giovane Mirra, promessa in sposa a Pereo, all’avvicinarsi delle nozze appare sempre più angosciata; i familiari (il padre Ciniro, la madre Cecri, la nutrice Euriclea) cercano di scoprirne il motivo (Atto I). Sollecitato da Ciniro, Pereo accetta di rinunciare a Mirra; è infatti sinceramente innamorato e non vuole renderla infelice. Un colloquio fra i due fidanzati non sblocca la situazione e anzi Mirra appare disperata al punto di supplicare Euriclea di ucciderla (Atto II). Mirra, a colloquio con i genitori, cerca di tranquillizzarli e accetta di sposare Pereo. Cecri confessa al marito di avere offeso la dea Venere e di temerne la possibile vendetta (Atto III). Durante le nozze, Mirra cade in preda al delirio e respinge Pereo. Nelle concitate scene che seguono, Mirra implora inutilmente prima il padre e poi la madre di darle la morte (Atto IV). Ciniro annuncia a Mirra il suicidio di Pereo; segue un drammatico dialogo fra padre e figlia, al termine del quale Mirra rivela di essere innamorata proprio del padre e di provare gelosia per la madre, quindi si uccide, fra l’orrore dei genitori (Atto V).

Alfieri ricavò il soggetto dalle Metamorfosi di Ovidio,
modificandolo in modo sostanziale

Il suo conflitto è interiore e si rivela nella contrapposizione insanabile

fra il mondo della parola

il mondo del silenzio

Rime [1776-1798]

Le Rime di Alfieri furono raccolte e stampate in due
parti

la prima nel 1789 a cura del poeta stesso

la
seconda postuma nel 1804

Vi sono raccolte poesie
composte nell’arco di circa vent’anni

in uno stile antimelodico e aspro,
specchio dei conflitti interiori dell’autore

La Vita [1806]

L’autobiografia di Alfieri non è sempre
attendibile come documento storico

figura idealizzata di se stesso, quella
di un uomo che, ha saputo realizzarsi superando ogni ostacolo

perfetta coerenza fra
vita e arte

controcanto ironico

adotta uno stile naturale e spontaneo

Gli ultimi anni fiorentini di Alfieri verranno immortalati da Ugo Foscolo nei Sepolcri, dando
vita al mito preromantico di Alfieri maestro di libertà,
uomo e poeta in conflitto con il proprio tempo. Flottante