Primo Levi

Nacque da una famiglia ebrea a Torino nel 1919

Viene catturato dai nazisti e portato nel campo di concentramento di Auschiwitz

ha raccontato la sua drammatica esperienza nel romanzo " SE QUESTO E' UN UOMO"

Nel romanzo racconta

il viaggio fatto da lui e dagli altri prigionieri ammassati su un vagone del treno

l'arrivo al campo dove i prigionieri vengono divisi tra chi è in grado di lavorare e chi viene subito ucciso nelle camere a gas

I prigionieri vengono privati delle loro cose( abiti, orologi foto..)

I prigionieri vengono rasati e viene loro tolto anche il nome che verrà sostituito da un numero tatuato sul braccio

Nel romanzo Levi divide i prigionieri in

Sommersi : quelli rassegnati, stanchi che non fanno nulla per cercare di sopravvivere

Salvati: quelli astuti, furbi che fanno di tutto per sopravvivere ( Levi rientra tra questi)

Levi si ritiene fortunato

perchè era un chimico e lavorava in un laboratorio e non in condizioni di schiavitù come gli altri prigionieri

é riuscito a sopravvivere e a salvarsi perchè si era ammalato ed è stato abbandonato nel campo dai nazisti quando arrivano i russi

Dopo la liberazione

sentirà sempre un senso di colpa perchè pensava " sono vivo al posto di un altro"

la drammatica esperienza lo portò a non credere più in Dio, infatti lui disse : " C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio"

La poesia " Se questo è un uomo"

apre il romanzo

è un monito, cioè un avvertimento a non dimenticare quello che è successo

invita le persone a riflettere su quello che è accaduto