Le mappe digitali nella didattica, tra testo e contesto

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Se è vero che la scelta di un titolo implica l'attribuzione di un significato e, contestualmente, l'indicazione all'ascoltatore della zona da cui tale significato è stato prodotto" (come ha scritto Angelo Franza e come spesso amo ricordare nei miei interventi), allora questo intervento andrebbe ribattezzato come "Maestra tu ragioni con le mappe".Seguirò quindi le tracce lasciate dalle mie ultime alunne di quinta, per sciogliere nella rete teorie e pratiche a cui la loro mappa rimanda...

"Ragionare con le mappe" è un'eccezione?

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Secondo la teoria della Gestione Mentale di Antoine de La Garanderie lo stile di apprendimento individuale deriva da "abitudini mentali", cioè da metodi inconsapevoli di lavoro, dipendenti dalle "abitudini evocative" che ciascuno mette in atto per codificare le informazioni, i messaggi, i contenuti di conoscenza da acquisire.

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Pensiero visivo e apprendimento

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Nell'ambito della cultura occidentale, il pensiero visivo e le sue peculiarità nel processo d'apprendimento non godono di particolare considerazione, relegati nell'alveo di una fase propedeutica allo sviluppo del pensiero astratto e spesso ridotto a "ciambella di salvataggio" da lanciare a quest'ultimo quando è in difficoltà. Nel processo di rivalutazione (almeno a parole) di cui la comunicazione a base visiva sta godendo in questi ultimi decenni, un ruolo importante (anche se non sempre esplicito) lo hanno svolto teorie come quella delle intelligenze multiple di Howard Gardner e la diffusione (inizialmente soprattutto nell'ambito del knowledge management) della tecnica del mapping (e software annessi) per rappresentare la conoscenza attraverso mappe concettuali (Novak) e/o mentali (Buzan). Per chi si occupa di formazione in Rete, preziose indicazioni sono invece derivate da ricerche come quelle di Richard Mayer - relative a come rendere efficace una comunicazione didattica in ambienti digitali, evitando il sovraccarico cognitivo - o quelle di architetti dell'informazione come Peter Morville, sui prodotti visivi per la user experience.Personalmente, però, credo che tutte le teorie e le pratiche pensate da una mente verbale - quale è generalmente quella di un neurotipico - abbiano bisogno di un confronto e di un'integrazione con i suggerimenti che derivano dalle descrizioni di chi ha un pensiero visivo "puro" come Temple Grandin. In "Pensare in immagini", l'autrice - autistica - ben descrive (soprattutto nel primo capitolo) una modalità di pensiero che procede secondo una logica associativa in cui le parole devono essere "tradotte" in suoni e immagini per essere comprensibili.Per chi si occupa di apprendimento, rendersi conto delle difficoltà insite nei processi di astrazione e simbolizzazione su cui si basano i percorsi di insegnamento/apprendimento tradizionali è un ottimo esercizio per cominciare a porsi il problema della scelta delle risorse visive per l'apprendimento e della loro pertinenza rispetto agli obiettivi che ci si è preposti e agli stili cognitivi individuali.

Parole e immagini sullo schermo

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Nonostante il modello comunicativo della Rete sia ben lontano dall'essersi affrancato dal primato del codice verbale, è soprattutto grazie ai processi di formazione a distanza che si torna a parlare delle sinergie più adeguate tra testo e immagini nei processi di apprendimento.Ruth Clark sottolinea come nell’e-learning il punto di connessione principale con lo studente sia rappresentato dallo schermo."Mentre le pagine sono vettori di testo di facile lettura, gli schermi usufruiscono di una minore quantità di testo e di più immagini. In supporti quali computer e video, ad esempio, la visualizzazione del contenuto è molto più importante rispetto ai supporti cartacei. Tuttavia, è importante integrare il testo con immagini pertinenti e non con immagini che distolgono dall’apprendimento."

Risorse visive per l'apprendimento

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Quando parliamo di significatività delle immagini rispetto ai processi di apprendimento, dobbiamo essere consapevoli dell'impossibilità di identificare in maniera univoca dei principi universali in merito, in quanto la scelta dovrebbe essere correlata agli specifici contenuti, agli obiettivi didattici che ci si propone e alle abitudini evocative degli studenti.L'analisi di Roland Barthes (2001) e la classificazione delle illustrazioni di Levin (1989; 2002) possono essere utilizzati (Ranieri, 2005, pp.136-144) come utili tracce teorico-operative per un utilizzo pertinente delle immagini nell'apprendimento, ivi inclusa una distribuzione non lineare del testo per evidenziare le relazioni tra i contenuti che lo strutturano.Inoltre dovremmo maggiormente considerare anche l'opportunità di distribuire il testo stesso sullo schermo (come nel caso della mappa che state esplorando), rendendo esplicite le relazioni tra i contenuti dello stesso, di particolare importanza soprattutto nei casi di neuroatipicità, in cui è il problema è non tanto perdere quanto creare e mantenere "il filo del discorso".L'elemento costante in tutte le ricerche che si occupano dell'argomento sono le comuni conclusioni circa l'inutilità delle immagini con funzione decorativa per potenziare/facilitare l'apprendimento.

Pensare in immagini

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"Io penso in immagini. Le parole sono come una seconda lingua per me. Io traduco le parole, sia pronunciate che scritte, in filmati a colori, completi di suono, che scorrono come una videocassetta nella mia mente. Quando qualcuno mi parla, traduco immediatamente le sue parole in immagini. Le persone che pensano su base linguistica spesso trovano difficile capire questo fenomeno...Le persone autistiche hanno difficoltà ad apprendere cose per le quali non è possibile pensare in immagini...Crescendo ho imparato a convertire i concetti astratti in immagini, così da poterli comprendere. Visualizzavo concetti come 'pace' o 'onestà' attraverso immagini simboliche" [T. Grandin, Pensare in immagini, 2001, pp.23-38]

Il primato del testo a stampa nell'insegnamento

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L’apprendimento mediante testo a stampa ha acquisito sempre più importanza e centralità nei sistemi educativi contemporanei, grazie al vantaggio economico di poter riprodurre numerose copie di testi e di insegnare contemporaneamente a gruppi sempre più numerosi.Le conseguenze sono state ovviamente di ampia portata...

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Primato dell'apprendimento simbolico-ricostruttivo

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Il modellamento delle istruzioni formative su quello della forma-libro ha determinato il primato sempre più esclusivo di un modello di apprendimento incentrato essenzialmente sul libro e basato sullo sforzo di leggere, interpretare, capire e mandare a memoria per poi ripetere. Il che presuppone (ed impone) un'unica “gestione mentale” dei singoli, rinunciando e/o sottoutilizzando molte di quelle strategie conoscitive che naturalmente la nostra specie ha messo in atto nel corso della sua evoluzione.

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Linerizzazione e settorializzazione delle conoscenze

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"Invero le conoscenze sono rappresentate nella mente del soggetto con un'organizzazione tutt'altro che lineare... La necessità di ordinare tali conoscenze secondo l'organizzazione lineare del libro - fondata sulla successione di suoni nel tempo, tipica della lingua naturale, implementata in una successione di segni nello spazio tipica del segno scritto - ha comportato la necessità di procedere ad una linearizzazione delle conoscenze [...] caratterizzata da una indispensabile e rigida settorializzazione disciplinare" [Pinto-Minerva e Gallelli, 2004, p.113]

Oltre la scrittura come trascrizione

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La nostra idea di scrittura è profondamente legata alla sua funzione "conservativa" rispetto al linguaggio orale. Il primato della phoné e il pregiudizio etnocentrico per cui essa è prerogativa solo di certe forme sociali e non di altre (tanto da farne la linea di demarcazione tra preistoria e storia) ne ha imposto una visione ristretta e subalterna all'oralità.L'invenzione della scrittura come trascrizione presuppone però la preesistenza della scrittura in un senso ben più complesso...

La scrittura ante litteram...

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...si connota come attribuzione di senso e capacità di interpretare la realtà in cui è immerso, precedendo e sottendendo ogni forma di comunicazione.Attraverso di essa, servendosi dei mezzi più diversi, l'essere umano organizza spazialmente e temporalmente i propri vissuti e la realtà circostante, conferendo loro un senso e costruendo il mondo.E con gli stessi mezzi e utilizzando anche gli stessi elementi è capace di dare nuovi sensi e costruire mondi diversi.In questa prospettiva...

Alla ricerca del significato...

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La semiotica di Charles S. Peirce rappresenta una teoria dei segni più ampia e comprensiva rispetto alla semiologia di F. de Saussure, che si occupa soltanto dei segni della vita sociale umana con funzione comunicativa.

Questioni da porsi e qualche esperimento...

Sulla gestione mentale

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Siamo consapevoli delle nostre (e altrui) "abitudini mentali" e dei tipi di segno che privilegiamo per pensare?

Accessibilità libri di testo a stampa

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I libri di testo "tradizionali" (a stampa) pongono un problema di "accessibilità" per chi privilegia il pensiero a base visiva?

La distribuzione del testo nello spazio

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L'apprendimento secondo un modello prioritariamente simbolico-ricostruttivo rende mediamente più faticoso per qualunque studente lo studio per tutti gli argomenti che necessiterebbero un approccio laboratoriale. Tale difficoltà è certa per chi ha un pensiero a base visiva o ha problematiche riconducibili ai cosiddetti Disturbi Specifici dell'Apprendimento.In entrambi i casi il processo di decostruzione del testo secondo un criterio non lineare e il suo arricchimento con suoni, filmati e immagini dinamiche risulta essere fondamentale per l'esplicitazione di quella struttura interna al testo che non tutti riescono a fare propria.Nell'esempio qui linkato, (realizzato con Xmind e di cui la pagina web rappresenta l'esportazione in formato HTML) la pagina di sussidiario da cui si è partiti ha lasciato il posto ad un piccolo ambiente di apprendimento, integrato con un piccolo glossario per annotare i termini difficili ed arricchito dei video trovati sul sito "Noi e l'ambiente" (http://noielambiente.altervista.org/) della scuola primaria statale via Conforti di Rimini. L'immagine che esercita un funzione organizzativa rispetto al testo, in questo caso, è quella scaturita dalle relazioni logico-spaziali che connettono concetti, immagini e supporti multimediali. La possibilità di scegliere quali rami aprire e chiudere nonché di creare link tra parti di testo spazialmente lontane rende tale immagine dinamica e facilmente adattabile alle diverse esigenze e stili cognitivi.

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Ripensare rapporto testo-immagini

Attività di riflessione

Una pagina di sussidiario

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Andate al link dell'immagine, leggete il testo, interrogatevi sul rapporto tra questo e le due immagini riportate. Se volete approfondire ulteriormente la riflessione, annotate anche le parole in grassetto e interrogatevi sulla funzione di queste e dei titoli rispetto al processo di comprensione e memorizzazione del testo .

Lo schema del testo

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Quello che segue è lo schema del testo ricostruito esclusivamente in base agli elementi più marcatamente visivi all'interno della pagina.Verranno usate in seguito per ri-costruire la pagina secondo altri criteri, rispettandone i contenuti testuali.

Il nuovo schema

Alessandro Magno

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Breve descrizione di chi era e immagine che offre maggiori dettagli per identificare lo status sociale ed altre caratteristiche, da utilizzare in funzione trasformazionale.

La pagina trasformata in mappa

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