arabera Raffaella Piccolo 7 months ago
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Questi alimenti erano originariamente ritenuti velenosi o oggetti ornamentali non degni di raggiungere la tavola
tacchino
fagioli
cacao
La cultura Maya e Azteca ha il merito di aver “inventato” il cacao talmente buono da essere considerato un dono degli dei
canna da zucchero
mais
pomodori
peperoni
patate
La Santa Maria, nave ammiraglia di Cristoforo Colombo nel viaggio che portò alla scoperta delle Americhe, non fece ritorno dal Nuovo Mondo: la vigilia di Natale del 1492 finì sugli scogli lungo la costa di Haiti.
Storici (esperti di cultura straniera)
Individueranno sulla cartina i territori delle popolazioni indigene e i nomi dei conquistatori con la data della spedizione. Disegneranno, inoltre, le principali architetture e particolarità delle polazioni indigene, indicando anche i nomi dei loro re.
Aztechi
Inca
Maya
Conquistatori
inventori
costruiranno una bussola con la rosa dei venti e un notturlabio. Applicheranno le loro invenzioni ai bordi della cartina con cerchio biadesivo.
Bussola
notturlabio
commercianti
avranno cura di disegnare o ritagliare da riviste i vegetali e gli animali in campo alimentare e tessile, nonché ogni altro prodotto oggetto di esportazione nel periodo storico considerato
Americhe
Asia
Africa
Europa
cartografi
Avranno cura di riportare su carta lucida i perimetri dei continenti e dei paesi oggetto del periodo storico. Individueranno con una bandiera del paese di provenienza, gli sbarchi dei grandi esploratori indicandone data e nome su una tessera che attaccheranno sulla cartina con cerchio biadesivo.
esploratore
coloratore
disegnatore
Il dominio europeo sul globo
1487 Bartolomeo Dìaz incaricato dal re portoghese circumnaviga l'Africa sbarca a Capo di Buona Speranza (Africa) 1492-1493 Cristoforo Colombo incaricato dai sovrani di Spagna sbarca a S. Salvador 1493-1496 (2) 1498-1500 (3) 1502-1504 (4) 1497-1498 Vasco de Gama (portoghese, incaricato dai sovrani del Portogallo) compie spedizione in India circumnavigando l'Africa. Fu il primo navigatore a raggiungere l'India via mare 1497 Giovanni Caboto esploratore italiano, partì da Bristol e sbarcò in America settentrionale (scoprì il Canada) 1500 Pedro Alvarez Cabral (portoghese) raggiunge le isole di Capo Verde e poi sbarca in Brasile, del quale il Portogallo prende possesso. Poi raggiunge l'India e torna in patria passando per il Capo di Buona Speranza. 1507 Amerigo Vespucci esploratore italiano a servizio del Portogallo dà il proprio nome al nuovo continente 1519-1522 Ferdinando Magellano (portoghese al servizio della Spagna) circumnavigazione del globo 1523 Giovanni da Verrazzano inviato dal re di Francia esplorò la baia di New York
1519 Hernán Cortés avanza sino alla capitale azteca Tenochtitlàn (città del Messico) Fa prigioniero il sovrano azteco Moctezuma 1521 distrugge la città di Tenochtitlàn 1532 Francisco Pizarro sbarca sulle coste del Perù Ucciderà Atahualpa sovrano dell'impero Inca a Cuzco 1546 Francisco de Montejo esploratore e condottiero spagnolo, conquista e colonizza lo Yucatán e Cozumel 1534 Jacques Cartier incaricato dal re di Francia prende possesso del Canada
Partenza da Sanlúcar de Barrameda 30 maggio 1498 Principali tappe: Golfo di Paria e Venezuela
Partenza da Cadice 9 maggio 1502 Sbarco nelle Isole Cayman
ritorno in Spagna
Recò ai sovrani monili d'oro, pappagalli dai colori brillanti e dieci prigionieri indiani. Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona, entusiasti, lo mandarono per i mari con una seconda spedizione
Battesimo degli Indios portati da Colombo (Cattedrale di Barcellona)
Il lungo viaggio di Cristoforo Colombo
12 ottobre 1492
sbarcò sull'isola di San Salvador, nelle Bahamas.
Colombo si spostò su altre isole delle attuali Bahamas; quindi esplorò Cuba e Haiti
scoperta dell'America
Nei nostri musei e nelle ville antico romane troviamo rappresentazioni musive con frutti e verdure americani come ananas, mais, fagioli, o la rappresentazione di coloratissimi pappagalli americani. Oggetti romani e più in generale mediterranei emergono dalle antiche tombe messicane. Comalco ha case in mattoni cotti, con geroglifici, e la firma sulla faccia posteriore, costume che si ritrova solo da greci e romani. Le statuette di cavalli sono un altro elemento su cui riflettere, visto che abbiamo sempre ritenuto che i cavalli siano stati introdotti nelle Americhe dagli invasori spagnoli.
Semi di girasoli rinvenuti in una nave romana affondata nel II a.C. nei mari toscani
Un indizio dalla robusta forza probatoria si deve alle nuove analisi del Dna dei farmaci fitoterapici rinvenuti in un relitto romano recuperato alle coste toscane: il naufragio avvenne a causa di una tempesta fra il 140 e il 120 avanti Cristo, quando Roma, distrutta Cartagine, era ormai la sola superpotenza del Mediterraneo. Su quella sfortunata nave viaggiava anche un medico, il cui corredo professionale ci è stato restituito dal relitto: fiale, bende, ferri chirurgici e scatolette che, ancora chiuse, contenevano pastiglie molto ben conservate, preziosissime per la conoscenza della farmacopea nell'antichità classica.
Le nuove analisi dei frammenti di Dna dei vegetali contenuti in quelle pastiglie «hanno confermato l'uso, già noto, di molte piante officinali, tranne due che - ha spiegato Cadelo nella sua relazione alla Rassegna, organizzata da Ancient World Society - hanno destato forte perplessità fra gli studiosi: l'ibisco, che poteva solo provenire da India o Etiopia, e, soprattutto, i semi di girasole».
Ma il girasole, secondo le cognizioni fino a ora accettate, arrivò in Europa solo dopo la conquista spagnola delle Americhe: il primo a descriverlo fu il conquistador del Perù Francisco Pizarro, raccontando che gli Inca lo veneravano come l'immagine della loro divinità solare.
Mosaico romano del I d.C. che potrebbe rappresentare un'ananas, ma forse una pigna.
Monete d’oro di Cartagine scoperte nei pressi di Oak Island.
Spada romana del II d.C. rivenuta sulla costa orientale del Canada
In effetti una spada, evidentemente risalente all'antica Roma, è stata rivenuta sulla costa orientale del Canada; è solo uno dei tanti indizi che indicano la presenza degli antichi Romani in America nel I - II sec. d.c. : ottocento anni prima di quello che è considerato il primo contatto tra Vecchio e Nuovo Mondo ad opera dei Vichinghi, e prima della riscoperta di Cristoforo Colombo nel 1492.
La maggior parte degli storici è però scettica, e crede che il manufatto possa esser stato immesso dopo la scoperta dell’America
Scudo romano trovato a Oak Island
Statuetta romana del II d.C. rinvenuta in una piramide azteca
Gli antichi Romani, già nel II secolo d.C., erano riusciti a raggiungere le coste del Messico. Lo conferma una statuetta romana rinvenuta in una piramide azteca dei primi anni del 1500 che si trova nella valle di Toluca a circa 65 chilometri da Città del Messico. Il ritrovamento risale al 1933, ma è stato dichiarato autentico dagli studiosi soltanto di recente. Si presume che l'oggetto viaggiasse su una nave romana, partita dalle Canarie e giunta in America casualmente. È altrettanto probabile che la nave non sia mai tornata indietro. Lo stesso destino potrebbe essere toccato ad altre navi, non soltanto romane, ma di tutti quei popoli antichi che sono passati alla storia come grandi navigatori: Greci e Fenici.
Non tutti gli studiosi, però, sono d'accordo con questa tesi: un solo reperto romano prova poco: potrebbe essere stato portato da un “Conquistador” spagnolo come amuleto.
Mosaico romano, II d.C. (Museo archeologico di Napoli) con la rappresentazione di pappagalli
In una sua lettera Cristoforo Colombo ricorda che i Romani si interessarono molto all’esistenza di mondi aldilà dell’Atlantico e aggiunge “in particolare Cesare Nerone”
Ipotesi da accertare
Egiziani
Tracce di coca e nicotina trovate in alcune mummie egiziane hanno portato alla speculazione che l'antico Egitto potrebbe aver avuto dei contatti con il Nuovo Mondo. La scoperta iniziale si deve ad una tossicologa tedesca, Svetlana Balabanova, dopo aver esaminato la mummia di una sacerdotessa chiamata Henut Taui. I test sul fusto del capello, eseguiti per escludere la contaminazione, hanno dato gli stessi risultati.[131]
Romani
Romeo Hristov sostiene che una nave romana, o la deriva di un tale naufragio sulle coste americane, è una possibile spiegazione di reperti archeologici (come la testa barbuta Tecaxic-Calixtlahuaca) dell'antica Roma in America. Hristov sostiene che la possibilità di un tale evento è stata resa più probabile dalla scoperta di prove di viaggi dei romani a Tenerife e Lanzarote nelle Canarie, e di un insediamento romano (dal I secolo a.C. al IV secolo) sull'isola di Lanzarote.[107]
Mosaico pavimentale raffigurante un frutto che sembra un ananas. Opus vermiculatum, opere d'arte romana della fine del I secolo a.C./inizio del I secolo
Nel 1950, un botanico italiano, Domenico Casella, suggerì che tra le pitture murali di frutti mediterranei a Pompei era rappresentato un ananas. Secondo Wilhelmina Feemster Jashemski, questa interpretazione è stata contestata da altri botanici, che identificarono una pigna di pino ad ombrello, che è originario dell'area mediterranea.[108]
Fenici
Secondo lo studioso italiano Lucio Russo, prima della distruzione di Cartagine, i fenici possedevano le conoscenze della presenza di un continente o per lo meno di isole al di là dell'Atlantico. Per lo studioso le Piccole Antille sarebbero state identificate con le Isole Fortunate, ma dopo il collasso culturale provocato dalla distruzione di Cartagine si sarebbe mantenuto un vago ricordo di questi viaggi transoceanici e le Isole Fortunate finirono per essere identificate con le Isole Canarie. Russo ha ipotizzato un probabile arrivo dei Fenici nelle Americhe nelle sue analisi filologiche della Geografia di Tolomeo. Nel libro di Tolomeo, vengono date le coordinate delle Isole Fortunate ma allo stesso tempo sono ristrette le dimensioni del mondo di un terzo rispetto a quelle misurate da Eratostene. Russo osserva che attribuendo quelle coordinate alle Antille, il mondo torna alla giusta dimensione, la descrizione geografica data da Tolomeo si adatta molto meglio e certe deformazioni sconcertanti nella mappa del mondo di Tolomeo scompaiono. Russo sostiene che le coordinate delle Antille devono essere state note alla fonte di Tolomeo, Ipparco. Ipparco viveva a Rodi e potrebbe aver ottenuto queste informazioni dai marinai fenici, dato che a quei tempi avevano il pieno controllo del Mediterraneo occidentale.[
Ci sono anche autori moderni (ad es. Valerio Manfredi) che ritengono che all'interno delle conoscenze fenicio e poi greche, le Isole Esperidi ma anche le Isole Fortunate rappresentino le isole del continente americano
Ipotesi accertate
Vichinghi
Alcuni viaggi di Vichinghi in Groenlandia e in Canada sono documentati da prove storiche e archeologiche (circa 500 anni prima di Colombo)
Il Romanticismo sul fronte letterario, l’Illuminismo e il Positivismo su quello politico, hanno lavorato per completare il quadro rinascimentale che dipinge l’Età di Mezzo come l’autunno della cultura e della scienza, caratterizzato da un oscurantismo religioso che avrebbe portato indietro il progresso della civiltà classica e ritardato quello dell’Età moderna. Ecco così servito l’ennesimo luogo comune, e cioè che finché Cristoforo Colombo non arrivò dall’altra parte del mondo, la gente credeva che un’altra parte del mondo, semplicemente, non esistesse.
La credenza comune che, prima dell'età delle esplorazioni, la gente credesse che la Terra fosse piatta e che Colombo partì per dimostrare fosse sferica, entrò nell'immaginario popolare dopo la pubblicazione nel 1828 del libro di Washington Irving La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo.
La credenza comune che, prima dell'età delle esplorazioni, la gente credesse che la Terra fosse piatta, entrò nell'immaginario popolare dopo la pubblicazione nel 1828 del libro di Washington Irving La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo.
Il Romanticismo sul fronte letterario, l’Illuminismo e il Positivismo su quello politico, hanno lavorato per completare il quadro rinascimentale che dipinge l’Età di Mezzo come l’autunno della cultura e della scienza, caratterizzato da un oscurantismo religioso che avrebbe portato indietro il progresso della civiltà classica e ritardato quello dell’Età moderna. Ecco così servito l’ennesimo luogo comune, e cioè che finché Cristoforo Colombo non arrivò dall’altra parte del mondo, la gente credeva che un’altra parte del mondo, semplicemente, non esistesse.
Sant'Agostino non nega l'idea che la Terra sia sferica e nei suoi scritti la descrive esplicitamente come un globo.
Federico II attorniato dai sudditi (XIII sec). Il globo crucigero rappresenta la supremazia di Cristo sul mondo e la legitimazione divina del potere.
Claudio Tolomeo, geografo e astronomo alessandrino del II secolo d.C.
Quando la sua "Geographia" fu scoperta (XIV secolo), i cartografi vi trovarono una grande quantità di riferimenti completi di coordinate geografiche; utilizzarono poi questo materiale per compilare una carta che illustrasse le condizioni del mondo nel periodo in cui l’opera fu scritta (150 d.C.).
Tale ricostruzione è nota con il nome di "Planisfero Tolemaico". Sfruttando una metodologia già sperimentata in età ellenistica, Tolomeo si avvalse dell'osservazione astronomica per trovare la latitudine e la longitudine dei vari punti della Terra, inquadrandole poi in uno schema "a rete" .
Colombo, come molti altri esploratori, si basò sulle mappe e le descrizioni di Tolomeo per pianificare il suo viaggio verso le Indie.
Rappresentazione del mondo secondo il modello di Tolomeo
Capace di prevedere, in base allo studio delle maree, la presenza di un continente tra l’Indopacifico e l’Atlantico.
Oggi sappiamo che quel continente è l’America.
I cartaginesi, infatti, parlano di una serie di isole cui, lasciata la costa africana, si giunge dopo alcuni giorni di navigazione verso occidente. Quelle isole diventano note nell’antichità come “fortunate”, a causa del clima particolarmente gradevole e della vegetazione, particolarmente florida.
Ebbene Ipparco calcola la longitudine e la latitudine delle Isole Fortunate: corrispondono con straordinaria precisione alle coordinate delle Piccole Antille. Inoltre Ipparco calcola la longitudine e la latitudine di un località più a nord, cui i cartaginesi sarebbero giunti: corrispondono, ancora una volta con straordinaria precisione, alle coordinate di Tule, sulla costa orientale della Groenlandia.
Eratostene di Cirene (nato nel 275 a.C. e morto nel 195 a.C.), è stato un grande matematico dell’età ellenistica. Ha diretto la Biblioteca di Alessandria d’Egitto e ha inaugurato la geografia matematica, usando in maniera sistematica le coordinate sferiche (latitudine e la longitudine) e riuscendo a calcolare il diametro della Terra con un errore che, rispetto alla misura attestata dai geografi dei nostri giorni, è inferiore all’1%.
Le colonne d'Ercole
Nel Mediterraneo lo scenario geopolitico mutò radicalmente quando Roma, uscita vittoriosa dalla prima guerra punica, piegò la potenza cartaginese e conseguentemente abbatté le barriere, che fino ad allora avevano riservato ai punici il controllo del bacino occidentale di quello che sarebbe diventato il ‘Mare Nostrum’ romano. Le Colonne d’Ercole migrarono quindi verso lo stretto di Gibilterra, allorché Eratostene raccolse lo scibile geografico del tempo nella sua celebre opera ‘Geographicà”. Lo spostamento ad occidente delle Colonne d’Ercole, delle quali parla per la prima volta Pindaro nel 476 a.C., generò non poca confusione nella lettura delle opere di Omero, Esiodo, Erodoto, Aristotele, Platone e via dicendo, che avevano considerato le Colonne collocate nel Canale di Sicilia, secondo le conoscenze geografiche proprio dei loro tempi.”
La mappa del mondo secondo Eratostene
Spostamento delle colonne d'Ercole
Massima espansione impero romano. Presenza nel Marocco atlantico, oltre le colonne d'Ercole
I Romani attraversarono lo stretto di Gibilterra ed intrapresero scambi commerciali con la sponda atlantica della Penisola iberica. Si ricordi la " Torre di Cepione", un faro di avvistamento nell'Oceano Atlantico, creato dai Romani.
Certo avevano colonie nella costa atlantica marocchina. Altre navi romane dalla penisola iberica facevano rotta verso la Gran Bretagna.
Aristotele fornì la prima dimostrazione scientifica della sfericità della terra, osservando che l’ombra proiettata dalla Terra sulla Luna durante le eclissi è rotonda. (IV sec. a. C.)
Plinio il Vecchio, un millennio e mezzo prima di Copernico, spiegava che il moto di rotazione della Terra attorno al proprio asse è dimostrato dal sorgere e tramontare del Sole ogni 24 ore. (I sec d.C)