da maria carmela mancano 5 anni
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La maggior parte delle grandi aziende curtensi si basava ancora sul lavoro degli schiavi, le cui condizioni stavano migliorando rispetto a quelle dell'antichità, anche per effetto del cristianesimo, in quanto gli schiavi, se sposati, non potevano essere venduti separatamente e non era consentito vendere schiavi cristiani oltre i confini degli Stati cristiani.
Benchè le città esistessero ancora e le zone rurali risentissero della crisi economica, il centro di gravità della società altomedievale si spostò dalla città alla campagna. Il nucleo della produzione era l'azienda agraria, o curtis,
Era costituita dai poderi coltivati dai massari e dalle loro famiglie, che erano detti anche servi della gleba. Il sistema prevedeva che i massari, oltre a versare il tributo annuale, periodicamente lavorassero per coltivare la pars dominica, con i loro attrezzi e i loro animali: queste prestazioni erano dette corvées.
Veniva coltiva generalmente dagli schiavi sotto la supervisione di un incaricato del signore, che era un latifondista aristocratico o ecclesiastico.
Molti piccoli proprietari di condizione libera, non riuscendo a reggere gli abusi dei potenti o gli obblighi a cui erano sottoposti dai sovrani, chiedevano la protezione dei grandi latifondisti. Essi donavano ai signori la loro terra per riceverla in uso in cambio di un affitto. L'economia dell'Alto Medioevo fu definita di sussistenza: i prodotti dei campi lavorati fornivano a malapena quanto bastava per nutrire gli agricoltori stessi. I pochi artigiani producevano solo i manufatti che servivano a soddisfare le necessità locali.
La decadenza delle vie di comunicazione rappresentò una fase di grave stagnazione. A ciò seguì l'uso sempre più limitato della moneta: gli scambi avvenivano perlopiù attraverso il sistema del baratto, generalmente in fiere e mercati di livello regionale.
A partire dal VII secolo, gli Arabi si impadronirono di buona parte delle coste mediterranee, rendendo impercorribili le rotte marittime. L'Europa dell'Alto Medioevo fu " un'Europa senza mare": i porti si insabbiarono, città portuali erano semidistrutte e, successivamente, si aggiunse il pericolo dei pirati. Continuò, comunque, ad esistere un "commercio di lusso" di merci preziose che provenivano dall'Oriente per mezzo dei mercanti bizantini.
Stagni, laghi e paludi rappresentarono una risorsa fondamentale, in quanto garantivano la pesca e la caccia di selvaggina palustre. Nonostante i problemi che causa, la foresta è anche una grande e indispensabile risorsa di legno e, per di più, il bosco fornisce anche ghiande per l'allevamento di maiali, cacciagione e bacche commestibili.
Non fu solo la città a risentire del forte calo demografico: nelle campagne vaste porzioni di terra rimasero incolte e si inselvatichirono ed altre zone si impaludirono e furono, poi, abbandonate a causa della malaria. I boschi tornarono ad invadere le campagne, perchè disboscare un terreno era un lavoro molto lungo e difficile, in quanto richiedeva strumenti di ferro e una buona riserva di scorte alimentari. Per l'uomo dell'Alto Medioevo, dunque, la foresta è una presenza incombente.
In alcune città l'abbandono fu totale: i vecchi centri assunsero l'aspetto di città-fantasma , fino a che se ne perse ogni traccia e ricordo.
Il cuore pulsante dell'Impero, cioè il sistema urbano, cadde in una profonda decadenza. Già dal III secolo, le città decisero di difendere le funzioni civili attraverso la costruzione di mura: ciò significò restringere la precedente area urbana. La situazione si aggravò pesantemente nel cosso dei secoli a venire, poichè le città si contrassero sempre più.
I territori dell'Europa occidentale conobbero, durante il VI e il VII secolo, una gravissima crisi demografica, che condusse a un imponente regresso della vita cittadina. Ben presto le strade non furono più curate e i ponti e gli acquedotti andarono in rovina, per questi motivi le comunicazioni diventarono sempre più difficili.
Recentemente gli storici hanno compreso l'assenza di una frattura improvvisa e netta fra la civiltà antica e quella medievale. Da un lato, certamente molti fenomeni storici sono stati tipici del Medioevo: l'apporto di nuove popolazioni (Franchi, Normanni, Slavi); la definizione del ruolo politico del papato; la nascita delle lingue moderne. Dall'altro, lo sviluppo di di fenomeni che ponevano le proprie basi nel mondo antico: il cristianesimo continuò a prevalere in Europa; la vita cittadina decadde soprattutto causa dell'aggravarsi della crisi economica proveniente dal mondo tardoantico.
Nonostante il fatto che, nei territori europei, il Medioevo abbai rappresentato un periodo di regresso, varie parti del mondo limitrofo incrementarono la loro ricchezza. Fu proprio nel Medioevo che prosperarono la civiltà araba e quella bizantina, ma d'altra parte, fu lo stesso sviluppo di queste civiltà a marcare il decadimento dell'Italia e, più in generale, la fine della centralità del Mediterraneo, così da accentuare lo spostamento dell'asse politico verso nord.
Il termine Medioevo significa letteralmente "età di mezzo" ed è il periodo di circa mille anni compreso tra la fine nel mondo antico e l'inizio dell'età moderna.
E' la parte iniziale del Medioevo, va dal VI al X secolo e ha origine alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476).
L'idea di Medioevo si affacciò per la prima volta durante il Rinascimento, quando l'entusiasmo per la riscoperta del mondo antico portò a considerare un lunghissimo periodo precedente come un'epoca di decadenza della civiltà. Questa interpretazione negativa del Medioevo dominò sino agli inizi dell'Ottocento. Fu, poi, il Romanticismo a favorire una complessiva rivalutazione di quel periodo, in quanto vedeva in esso due valori fondamentali: la nascita delle diverse culture nazionali e la spiritualità cristiana.
E' e la seconda parte del Medioevo, va dall' XI al XV secolo e termina con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (1492).