jonka Cinzia Tanese 8 vuotta sitten
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Etiopia
La canzone "Faccetta nera" celebra l'unione del popolo abissino con quello italiano come si può capire dalle ultime parole della canzone. Nel 1935, mentre lo Stato maggiore dell'Esercito italiano prepara le operazioni militari in Abissinia, iniziano ad essere pubblicate notizie relative allo sfruttamento della schiavitù cui era sottoposta la popolazione abissina, ed è appunto la liberazione dalla schiavitù il tema che la propaganda italiana vuole attribuire all'occupazione dell'Etiopia. Il poeta romano Renato Micheli, in seguito alla lettura di tali notizie, scrive una composizione in romanesco con l'intenzione di presentarla al Festival della canzone romana del 1935.
Ricca di Miniere d'oro e platino Missione civilizzatrice italiana Inasprimento Società delle Nazioni
Libia
religione cattolica diventa religione di Stato introdotto insegnamento religione nelle scuole matrimonio in Chiesa poteva sostituire quello civile agevolazioni fiscali al clero
Lo Stato versò 750 milioni di lire + 1 miliardo di titoli
Italia riconosce lo Stato del Vaticano Chiesa riconosce l'Italia come nazione
Le corporazioni erano vantaggiose per i datori di lavoro ma non per gli operai, a cui non erano più permesse forme di lotta come lo sciopero.
Nel 1926 iniziò anche la “bonifica integrale”: molte terre furono prosciugate dalle paludi, che le rendevano sterili e causavano la malaria. Le paludi pontine a sud di Roma furono bonificate da migliaia di braccianti e vi sorsero nuove città: Sabaudia, Aprilia e Littoria (poi ribattezzata Latina).
Autosufficienza
Quota 90
90 lire scambiate con 1 sterlina (la moneta utilizzata per gli scambi commerciali)
Battaglia del grano
per ridurre l'importazione del grano dall'America. Furono ampliate le superfici coltivabili e si impiegaronomacchine agricole e fertilizzanti chimici. La produzione di grano aumentò, ma furono sacrificati l’allevamento e le colture specializzate come la vite e l’ulivo.
Croce
Gentile
« Il Fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione italiana, ma non privo di significato e interesse per tutte le altre.
Le sue origini prossime risalgono al 1919, quando intorno a Benito Mussolini si raccolse un manipolo di uomini reduci dalle trincee e risoluti a combattere energicamente la politica demosocialista allora imperante. La quale della grande guerra, da cui il popolo italiano era uscito vittorioso ma spossato, vedeva soltanto le immediate conseguenze materiali e lasciava disperdere se non lo negava apertamente il valore morale rappresentandola agli italiani da un punto di vista grettamente individualistico e utilitaristico come somma di sacrifici, di cui ognuno per parte sua doveva essere compensato in proporzione del danno sofferto, donde una presuntuosa e minacciosa contrapposizione dei privati allo Stato, un disconoscimento della sua autorità, un abbassamento del prestigio del Re e dell'Esercito, simboli della Nazione soprastanti agli individui e alle categorie particolari dei cittadini e un disfrenarsi delle passioni e degl'istinti inferiori, fomento di disgregazione sociale, di degenerazione morale, di egoistico e incosciente spirito di rivolta a ogni legge e disciplina. L'individuo contro lo Stato; espressione tipica dell'aspetto politico della corruttela degli anni insofferenti di ogni superiore norma di vita umana che vigorosamente regga e contenga i sentimenti e i pensieri dei singoli. Il Fascismo pertanto alle sue origini fu un movimento politico e morale. La politica sentì e propugnò come palestra di abnegazione e sacrificio dell'individuo a un'idea in cui l'individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto; idea che è Patria, come ideale che si viene realizzando storicamente senza mai esaurirsi, tradizione storica determinata e individuata di civiltà ma tradizione che nella coscienza del cittadino, lungi dal restare morta memoria del passato, si fa personalità consapevole di un fine da attuare, tradizione perciò e missione. (...) Di qui il carattere religioso del Fascismo. Questo carattere religioso e perciò intransigente, spiega il metodo di lotta seguito dal Fascismo nei quattro anni dal '19 al '22. I fascisti erano minoranza, nel Paese e in Parlamento, dove entrarono, piccolo nucleo, con le elezioni del 1921. Lo Stato costituzionale era perciò, e doveva essere, antifascista, poiché era lo Stato della maggioranza, e il fascismo aveva contro di sé appunto questo Stato che si diceva liberale; ed era liberale, ma del liberalismo agnostico e abdicatorio, che non conosce se non la libertà esteriore. Lo Stato che è liberale perché si ritiene estraneo alla coscienza del libero cittadino, quasi meccanico sistema di fronte all'attività dei singoli. (...) In secondo luogo questa piccola opposizione al Fascismo, formata dai detriti del vecchio politicantismo italiano (democratico, reazionalistico, radicale, massonico) è irriducibile e dovrà finire a grado a grado per interno logorio e inazione, restando sempre al margine delle forze politiche effettivamente operanti nella nuova Italia. E ciò perché essa non ha propriamente un principio opposto ma soltanto inferiore al principio del Fascismo, ed è legge storica che non ammette eccezioni che di due principi opposti nessuno vinca, ma trionfi un più alto principio, che sia la sintesi di due diversi elementi vitali a cui l'uno e l'altro separatamente si ispirano; ma di due principi uno inferiore e l'altro superiore, uno parziale e l'altro totale, il primo deve necessariamente soccombere perché esso è contenuto nel secondo, e il motivo della sua opposizione è semplicemente negativo, campato nel vuoto.
Questo sentono i fascisti di fronte ai loro avversari e perciò hanno una fede inconcussa nel trionfo della loro parte e non transigono; e possono ormai con pazienza longanime attendere che le opposizioni, come hanno abbandonato il terreno legale della lotta in Parlamento, finiscano col persuadersi della necessità ineluttabile di abbandonare anche quello illegale, per riconoscere che il residuo di vita e di verità dei loro programmi è compreso nel programma fascista, ma in una forma balda, più complessa, più rispondente alla realtà storica e ai bisogni dello spirito umano.
Allora la presente crisi spirituale italiana verrà superata. Allora nel seno stesso dell'Italia fascista e fascistizzata matureranno lentamente e potranno infine venire alla luce nuove idee, nuovi programmi, nuovi partiti politici.
Gli intellettuali italiani aderenti al Fascismo convenuti a Bologna per la prima volta a congresso (29-30 marzo) hanno voluto formulare questi concetti e ne vogliono rendere testimonianza a quanti, in Italia e fuori d'Italia, desiderino rendersi conto della dottrina e dell'azione del P.N.F. »
secessione dell'Aventino
•liceo classico e introduzione di quello scientifico per l'accesso all'università per la classe dirigente
•scuole professionali e tecniche per chi voleva lavorare subito
•Nasce l'Istituto Magistrale
•introduzione esame di Stato
•obbligo scolastico a 14 anni
- per la scuola elementare vi era il libro di testo unico
- gli insegnanti dovevano iscriversi al partito fascista e giurare fedeltà al duce
l sistema delineato dal disegno di legge Acerbo andava a modificare il sistema proporzionale in vigore dal 1919, integrandolo con un premio di maggioranza in quota fissa, pari ai 2/3 dei seggi, a beneficio del partito più votato qualora questo avesse superato il quorum del 25%
Pieni poteri per un anno Abolita nominalizzazione titoli soppressa tassa di successione soppressa tassa patrimoniale imposte su mezzadri e contadini sblocco dei fitti agrari 21 aprile: Festa della Lupa
Governo Giolitti
mediazione
Riforme
trattato Rapallo
imposte progressive
Governo Nitti
Repressioni
Tessera del pane
Fiume
D'Annunzio
Sciopero operai nelle fabbriche
Contadini occupano terre
Mussolini 1919
Don Luigi Sturzo 1919
Gramsci 1921