av maria croce 2 år siden
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Mer som dette
L’attuazione e il rispetto delle ultime Leggi emanate, rappresentano per la scuola una grande opportunità di cambiamento, di cui però ancora non è stato colto il significato profondo.La scuola deve adottare “la La realtà sociale così diversificata e complessa, chiede alla scuola di riformulare la propria organizzazione, la propria progettualità e la propria metodologia didattica per rispondere a tutti i bisogni. politica dell’inclusione” come strategia sociale, per rispondere in modo efficace ed efficiente alla diversità, che va considerata come un valore aggiunto e non come un fattore di disturbo.La didattica inclusiva è equa e responsabile, fa capo a tutti i docenti e non soltanto agli insegnanti di sostegno, ed è rivolta a tutti gli alunni e non soltanto agli allievi con difficoltà. Tutto il team degli insegnanti deve essere in grado di programmare e declinare la propria disciplina in modo inclusivo, adottando una didattica creativa, adattiva, flessibile e il più possibile vicina alla realtà.
CONSIDERAZIONI SUL TIROCINIO
Io ho cercato di stare di fronte al nuovo contesto e alle mille implicazioni osservando i bisogni di apprendimento, le capacità, le problematiche affettive e relazionali che sono coinvolte nella situazione.
Attraverso il sorriso, lo sguardo e l’empatia sono entrata in relazione con Giovanni ed ho avuto modo di proporre attività e farmi seguire, grazie comunque al valido aiuto dell’insegnante di sostegno.
Tutto ciò fa si che all’interno della classe si crei un clima sereno, armonioso dove tutti collaborano
Gli alunni diversamente abili hanno bisogno di un ambiente che integri le loro difficoltà specifiche in modo armonico nel contesto classe, senza sottoporli alla continua frustrazione del confronto con il limite e favorendo lo sviluppo delle potenzialità indispensabili alla compensazione delle fragilità.
Ascolto, accoglienza, assenza di giudizio diventano ingredienti indispensabili per la costruzione di un terreno favorevole al processo di apprendimento.
Anche Rogers propone un’idea di scuola come un sistema didattico sintonizzato sull’espressione dei bisogni, sui sentimenti e in particolare sull’empatia e l’ascolto, ossia sul clima relazionale che favorisce la crescita e lo sviluppo della persona, nonché la risoluzione dei conflitti interpersonali. Grazie a ciò è possibile realizzare un clima positivo in classe: l’ascolto empatico, non valutativo, favorisce il dialogo e permette all’insegnante di comprendere le impressioni e i significati che il processo educativo suscita nello studente.
Tradotto in altri termini riusciamo a “sentire” cosa prova l’altro e quindi a “sintonizzarci” sulla sua stessa linea d’onda, qualità a mio avviso importantissima per un’insegnante di sostegno.
E’ necessario sottolineare che la relazione empatica ci fa entrare in sintonia con l’altro, Goleman avrebbe definito l’empatia con queste parole “ ci permette di assumere il punto di vista di un’altra persona, di comprendere il suo stato mentale e di gestire le nostre emozioni mentre valutiamo le sue”.
Inizialmente sono stata un’attenta osservatrice, qualità richiesta ad un buon insegnante, ho osservato l’alunno, la classe, i colleghi. Successivamente ho cercato di costruire la relazione empatica con l’alunno e in seguito con i compagni.
Giovanni (nome di fantasia) era stato preparato prima a questa attività, eravamo andati in palestra con l’insegnante di sostegno, aveva provato questo gioco con calma, avevo per prima fatto io il percorso successivamente provato insieme a lui, tant’è che il giorno della “competizione amichevole” così mi piace chiamarla, lui è risultato essere il primo.
Cronometrate quanto tempo impiegano i ragazzi a concludere il giro e decretate il vincitore.
I ragazzi, posizionati in due file davanti alla linea di coni, dovevano fare uno slalom ad andare e tornare nel minor tempo possibile. Tornati alla fila dovevano dare il cambio al compagno successivo e così via .
STRATEGIE DIDATTICHE
Gli insegnanti (come da circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013)sono tenuti ad adottare niove strategie dudattiche per i la gestione dei gruppi al fine di coinvolgere ciascun alunno dove ogni aluno è chiamato a mettere in pratica le proprie abilità"coperative learning".
VALUTAZIONE
Una valutazione, veramente, inclusiva deve essere progettata, cioè correlata, criterialmente, a una programmazione didattico-educativa orientata allo sviluppo delle competenze; deve essere personalizzata, in modo che si possa riconoscere a ciascuno il “differenziale” di apprendimento conseguito anche in presenza di competenze disciplinari diversificate;Pertanto la valutazione dell’alunno disabile, è strettamente legata al percorso individuale e non fa riferimento a standard né quantitativi, né qualitativi, inoltre deve essere finalizzata a mettere in evidenza il progresso dell’alunno. Tenendo conto che non è possibile definire un’unica modalità di valutazione degli apprendimenti che possa valere come criterio generale adattabile a tutte le situazioni di handicap, essa potrà essere: - Uguale a quella della classe; - In linea con quella della classe, ma con criteri personalizzati; - Differenziata - Mista: la scelta verrà definita dal P.E.I. di ogni singolo alunno.
Ho suddiviso la classe in due gruppi che ho chiamato con dei nomi di fantasia “arcobaleno” e “soleluna”, successivamente ho posizionato dei coni di plastica lungo due linee parallele.
Una delle attività proposte da me è stata “slaslom e staffetta”, essa ha avuto un grande successo (foto n°3).
PREPARAZIONE DELLA LEZIONE
BGG
• Con i ragazzi che non parlano o con difficoltà di comunicazione possono essere usati dei sistemi di comunicazione semplificati, ad esempio con delle palette con le diverse espressioni del viso.
• Oltre all’attività fisica si deve aiutare il ragazzo a gestire i propri comportamenti, ridurre le stereotipie, i dondolamenti, le reazioni violente in caso di disagio, ecc.
• I tempi possono essere definiti attraverso un timer posizionato alla postazione.
• Variare il compito mischiando capacità già acquisite a nuove da sollecitare ad esempio all’interno di un percorso o circuito a stazioni.
ATTIVITA' FONDAMENTALI
• Si devono includere tutte le attività ritmiche dei muscoli (correre, saltare, andare in bicicletta, ecc). • Insegnare quando si deve iniziare e quando si deve finire un movimento o la lezione. • Utilizzare delle attività di gioco con i compagni che possono fare da modelli: colpire dei birilli a varie distanze; andature come animali (rana, canguro, orso, ecc.); giochi di imitazione; variare la velocità dei movimenti in base ad un ritmo (foto n°5). • Uso della musica o il ritmo musicale per le attività motorie;
SUGGERIMENTI PER LA STRUTTURAZIONE DI UN PERCORSO DI EDUCAZIONE MOTORIA
E' necessario dare istruzioni chiare e strutturazre l'ambiente.
STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
Per un bambino affetto da autismo potrebbe risultare difficoltoso la permanenza in palestra poiché essa è un ambiente molto grande con un’acustica rimbombante, pertanto è necessario preparare prima lo studente: quindi bisogna andare quando la palestra è vuota. Successivamente si potrà portare l’alunno con tutta la classe, gli stessi dovrebbero essere attenti a fare poco rumore. Inoltre i posti per mettersi in fila dovrebbero essere segnati in modo che il ragazzo riconosca sempre il proprio, così come i posti in panchina o nello spogliatoio. E’ necessario delimitare inizialmente uno spazio per il ragazzo, con dei confini chiari (materassi, blocchi, ecc.) vicino alla porta (foto n°2).
STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'
GUARDARE LE ATTIVITA'
RAPPORTO CON I COMPAGNI
• I ragazzi autistici sono in generale poco socievoli, poco capaci di comprendere il punto di vista degli altri, non imitano e non comprendono le regole non dette per i diversi contesti. Per poter favorire il processo di socializzazione e integrazione sarà necessario mettere in atto alcuni accorgimenti. Si può affiancare l’alunno ad un compagno che funga da tutor mostrandogli cosa deve fare. Inoltre le regole in palestra devono essere esposte e illustrate da imparare prima che il ragazzo entri in palestra, devono essere poche, ma che siano valide sempre per tutti (foto n°4).
• Concedere pause e capire lo stato di benessere del ragazzo.
• Familiarizzare con gli attrezzi, come si usano, dove si prendono e dove si ripongono.
• Insegnare prima abilità generali, dalle più semplici e poi le varianti (camminare – lentamente – a ritmo – velocemente – in fila indiana – a coppia, saltare a piedi uniti – con un piede – alternando i piedi - in un cerchio.
• Motivare i ragazzi nell’esecuzione degli esercizi attraverso strategie, con utilizzo di premi o di recuperare magari qualcosa di gradito (salire sulla spalliera per recuperare una palla).
• Accertarsi che i ragazzi sappiano segnalare un loro bisogno (stanchezza, sete, bagno,…) attraverso le parole se le usano o per i ragazzi non verbali utilizzare cartelli con i vari significati che devono essere gli stessi che usano anche in altri contesti (scuola, casa, …).
• Negli spogliatoi ci deve essere la foto per le sequenze del cambio di vestiti, all’uscita cosa rimettere nella borsa ecc. il posto dove sedersi e lasciare la borsa deve essere segnato.
• Indicare anche quali materiali servono per costruire il percorso con le foto degli oggetti ed il posto dove devono essere collocati. Esercizi da fare, quando iniziare, per quante volte, quando finisce
• Possono essere usate delle foto di un compagno oppure quando è diventato più bravo le foto del ragazzo stesso.
• Per ogni tipo di esercizio ci devono essere le istruzioni visive (schede degli esercizi) che ricordino i passaggi da effettuare.
• L’inizio e la fine delle attività e il passaggio da una attività all’altra devono essere segnalati e strutturati (attenzione all’uso del fischietto).
• Ogni variazione deve essere preparata perché non sia una sorpresa.
• Le routine vanno definite, rispettate, ma anche variate.
• Quindi un compito potrebbe essere quello di rimettere a posto tutti gli attrezzi utilizzati e ad ogni contenitore deve essere applicata una foto con quello che ci va e come.
• Ai ragazzi in genere piace riporli se sanno precisamente dove.
• Devono essere tenuti in ordine nei contenitori e in luoghi definiti.
• Se un’attività è particolarmente gradita, utilizzarla come rinforzo, ma quantificare sempre il tempo di esecuzione, allo scadere del quale si deve iniziare di nuovo con i compiti. I materiali della palestra
• Per il tempo assegnato ad ogni esercizio si può usare un timer da cucina, una sveglia, una clessidra, per aiutarlo a veder scorrere il tempo.
• Questa modalità può esser utile anche per scegliere da solo quali esercizi gli piacciono (da usare come premio).
• Staccare la scheda al finire dell’esercizio per capire quanto ancora deve fare.
• Si possono usare schede inserite nel supporto ad anelli e girarle al variare dell’attività, oppure schede di cartone con il velcro da attaccare su una striscia in palestra.
• Si deve rispettare l’ordine di presentazione delle schede anche durante la lezione in palestra.
• Tutte le attività devono essere programmate, il ragazzo deve essere preparato e sapere quali attività deve fare, per questo si possono usare schede plastificate per ogni attività, che vengono composte per ogni lezione: ad esempio una scheda con la foto di un ragazzo con la palla, una con l’asse di equilibrio, una con la corda, ecc.
• Il canale sensoriale più favorevole in genere è quello visivo
• Usare un canale sensoriale alla volta, ovvero cercare di evitare di dare molti stimoli o comandi insieme, altrimenti avrà difficoltà a seguirli.
• Fare attenzione ai cambi di attività che debbono essere pianificati e predisposti affinché il ragazzo sia preparato ad affrontarlo.
• Cambiare attività di frequente per la capacità di attenzione molto breve.
• Applicare strategie creative per motivare il ragazzo all’attività fisica.
• Imparare a stare nella situazione, poi si potrà intervenire sui comportamenti.
• Ebbene non porre troppa attenzione ai comportamenti inappropriati;
Per potere svolgere al meglio le attività previste nell’UDA è necessario mettere a punto alcuni suggerimenti:
SUGGERIMENTI DI ORDINE GENERALE
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