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by Donato Tucciariello 5 years ago

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L'Acustica fisica: il suono, i fenomeni acustici e l'Apparato uditivo

L'Acustica fisica: il suono, i fenomeni acustici e l'Apparato uditivo

L'ACUSTICA FISICA: SUONO, RUMORE, FENOMENI ACUSTICI E L'APPARATO UDITIVO


L’ acustica è quella parte della fisica e della ingegneria che si occupa della produzione e propagazione dei suoni, degli strumenti e delle apparecchiature per misurarli, registrarli, riprodurli,della natura del processo auditivo e della progettazione di auditorii dotati di buona audizione.
L’acustica ebbe per la prima volta solide basi teoriche e matematiche con Hermann Helmholtz (1821-1894). Il suo lavoro fu successivamente ampliato da Lord Rayleigh ( 1842-1919). Rispetto alla loro impostazione le nostre conoscenze fondamentali di acustica hanno progredito di ben poco salvo i perfezionamenti dei moderni strumenti e metodi di misura.
Dunque l’acustica è una disciplina scientifica che si occupa delle caratteristiche dei suoni cioè studia come gli effetti sonori si producono e si propagano.

RUMORE

Come noto il rumore può provocare una serie di danni sulla salute, il più grave, meglio conosciuto e studiato dei quali è l’ipoacusia, cioè la perdita permanente di vario grado della capacità uditiva. Il rumore può agire inoltre con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri), con numerose conseguenze tra le quali l’insorgenza della fatica mentale, la diminuzione dell’efficienza e del rendimento lavorativo, interferenze sul sonno e sul riposo e numerose altre.  
Da non trascurare anche i possibili effetti sulla sicurezza: il rumore può determinare, infatti, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza, con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro.
Nella UE il 28% dei lavoratori (oltre 60 milioni di persone) afferma di essere esposto a livelli di rumore elevati tali ad esempio da rendere difficile una conversazione. Quasi 40 milioni di lavoratori  sono costretti ad alzare la voce al di sopra dei normali standard di conversazione per essere uditi e ciò per almeno la metà del loro orario di lavoro.
In Italia il problema rumore è particolarmente evidente rispetto al contesto europeo; pur essendo un rischio in diminuzione rappresenta ancora la terza causa di malattia professionale denunciata all'INAIL.
Il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 al Capo II del Titolo VIII prevede le misure di prevenzione e protezione contro l'esposizione professionale al Rumore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.

Inquinamento acustico

Tutti sappiamo cos'è il rumore. Sono in pochi, tuttavia, a considerarlo un vero e proprio inquinamento. Il rumore è una sensazione umana. Le variazioni di pressione dell'aria agiscono meccanicamente sul timpano dell'orecchio, tramite il sistema nervoso sono trasmesse al cervello per essere elaborate/valutate. Ogni rumore è caratterizzato da una frequenza e da un'ampiezza. L'ampiezza determina l'intensità del suono. La frequenza invece determina la caratteristica del suono, quanto maggiore è la frequenza tanto più il rumore sarà acuto e disturbante per l'uomo. L'inquinamento acustico è una somma di rumori provenienti da più fonti, in ambienti interni ed esterni, in grado d'essere percepiti dall'uomo e di influire sul proprio equilibrio psicofisico.
La causa principale dell'inquinamento acustico del territorio è il traffico stradale e autostradale (53%): questo emerge dai risultati presentati a un convegno sul tema dall'organizzazione Euro Acustici. A seguire, il 16% è da imputarsi ai vicini di casa, il 7% ai cantieri, il 6% alle attività produttive, il 6 % agli aerei ed il 5% al trasporto ferroviario. L'indagine mostra come la ragione dominante delle lamentele dei cittadini non sia però la scarsa tollerabilità del rumore proveniente dal traffico, ma la compresenza di rumori di varia natura all'interno delle mura domestiche, soprattutto quando arrecano disturbo nei momenti di riposo. Il maggior inquinamento acustico diurno si è registrato a Milano; durante il giorno, il livello di frastuono arriva a 75 decibel, ben al di sopra del valore indicato come limite massimo per non danneggiare la salute, fissato invece a 65 decibel. Il problema non riguarda solo il capoluogo lombardo, ma è diffuso su tutto il territorio nazionale. Di notte, la situazione nelle città italiane non migliora. Il primato però, si sposta a sud: Roma e Terni sono le città più rumorose durante la notte, con 71 decibel, mentre il limite consigliato per non turbare il riposo notturno è di 55 decibel.

' OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che nell'Unione Europea nove cittadini su dieci sono esposti a rumori superiori ai 65 decibel. Gli effetti dannosi del rumore sull'organismo , si riscontrano anche nel nostro paese. In Italia, si misura in 40 milioni il numero di individui soggetti quotidianamente a livelli alti di inquinamento acustico, con danni all'udito e a carico dell'apparato cardio-circolatorio. Recenti studi confermano inoltre i danni causati dall'inquinamento acustico al sistema immunitario e ormonale. Dal punto di vista psicologico, invece, gli effetti dell'inquinamento acustico possono essere ricondotti al cosiddetto "stato di annoyance". Con questa espressione si intende uno stato sensoriale generali di disturbo, fastidio e irritazione, che modifica la relazione dell' individuo con l'ambiente ed è per questo causa di stress. Anche gli infrasuoni, suoni emessi a frequenze più basse rispetto a quelle che l'orecchio umano riesce a trasformare in impulsi nervosi coscienti, sembrano incidere sulla salute psicologica dell'individuo.
In ambiente di lavoro, la sordità è la malattia professionale più diffusa. Storicamente il problema della sordità professionale, ha destato l'interesse da parte medica fin dal XVI secolo. È però solo dalla seconda metà del XIX secolo, parallelamente all' affermarsi della moderna civiltà industriale, che la medicina comincia a indagare sistematicamente la diffusione della sordità in relazione a determinate categorie professionali. Dalla seconda metà del '900 a oggi la crescente attenzione ai problemi della sicurezza sul lavoro ha portato con sé una maggiore sensibilità anche su questo terreno. In Italia, la diminuzione della capacitò uditiva, è tra le patologie professionali maggiormente denunciate, nonostante la prevenzione di essa sia efficace e poco costosa.

L'APPARATO UDITIVO

Cenni storici sull'anatomia e sulla fisiologia dell'udito

Fino alla fine del secolo XV le conoscenze sull’anatomia e la fisiologia dell’udito furono limitatissime e l’otologia  fu oggetto di ricerche speculative a carattere magico, mistico e filosofico.
Platone, (427-347 a.C.), per esempio, identificava nel fegato, sede dell’anima, anche quella dell’udito.
All’incirca negli stessi anni, tuttavia, Ippocrate (460 ca-377a.C.) descriveva per primo il timpano, dopo di che lo studio anatomico dell’orecchio non fece che pochissimi progressi consistenti essenzialmente in alcune descrizioni dell’orecchio.
Lo stesso Aristotele (384-322 a.C.),descrivendo l’apparato uditivo si limita a descrivere il padiglione e il condotto uditivo esterno sostenendo che il fenomeno si svolge in una cavità dell’orecchio completamente chiusa e ripiena d’aria.
Dobbiamo arrivare a Galeno (129-201 d.C.) per trovare l’affermazione secondo la quale il nervo acustico è l’organo che trasmette le impressioni sonore al cervello.
Soltanto alla fine del ‘400, con l’avvio della dissezione del corpo umano, si fecero scoperte sull’orecchio di qualche valore.
Il primo a rappresentare il martello e l’incudine fu Andrea Vesalio.
Tre anni dopo Giovanni Filippo Ingrassia, suo allievo, scopriva la staffa.
Gabriele Fallopio compì la prima descrizione corretta del timpano, delle sue connessioni con gli ossicini dell’udito e dell’impalcatura ossea dell’orecchio interno, nel quale distinse labirinto e chiocciola, che diede appunto questi nomi.
Ancora Bartolomeo Eustacchio, fu uno dei più grandi otologi di tutti i tempi: studiò, fra l’altro, la tuba che porta il suo nome. Dopo gli anatomici italiani del sec. XVI, la figura di maggior spicco è quella del francese Guichard Joseph Duverney che,nel suo trattato elaborò una prima teoria dell’udito fondata sul principio della risonanza.
La funzione nervosa di relazione, che consente la percezione dei suoni, viene globalmente definita come ‘senso dell’udito’.
Essa si realizza in più momenti che sono: la ricezione delle onde sonore,la loro trasformazione in impulsi nervosi e,infine l’elaborazione di questi a livello celebrale. Gli organi necessari alla realizzazione delle prime due costituiscono l’apparato uditivo.
Orecchio esterno:  la prima fase della ricezione dei suoni è la captazione delle onde sonore per mezzo del padiglione auricolare che le convoglia nel condotto uditivo esterno.
L’insieme di questi due organi viene indicato come orecchio esterno.

N.B.  L’onda sonora ‘raccolta’ nel padiglione, si immette nel condotto uditivo che termina con la membrana timpanica.

Orecchio medio: Al fondo del condotto uditivo esterno, si trova una membrana che si chiama timpano; essa, tesa come quella dello strumento musicale da cui prende il nome, è saldata tutta attorno al margine interno del condotto uditivo prima che esso si allarghi nella cassa del timpano, cameretta scavata nello spessore dell’osso temporale e destinata ad accogliere l’orecchio medio.
E’ composta anzitutto dalla membrana timpanica che, oltre a costituire l’elemento di confine tra il nostro corpo e l’esterno, svolge le funzioni di una membrana microfonica; infatti essa può vibrare liberamente sotto l’azione delle onde sonore anche perché l ’equilibrio della pressione atmosferica sulle sue due facce è garantito dalla tromba di Eustacchio, condotto che, partendosi dalla cassa timpanica, la mette in comunicazione con il retrobocca.
Il timpano è poi collegato per mezzo di un bilanciere allo stantuffo di un sistema idraulico, capace di generare impulsi nervosi; questo bilanciere è costituito a sua volta da due ossicini, il martello e l’incudine, così chiamati da Andrea Vesalio nel 1543, il primo per la sua forma e il secondo per supposta analogia di funzione con l’omonimo arnese del fabbro. All’estremità del processo lungo dell’incudine si articola infine la staffa,così chiamata per la rassomiglianza con l’omonimo attrezzo equestre.
Le oscillazioni del sistema sono ammortizzate da due muscoli: il muscolo tensore del timpano, che si inserisce sul martello, e il muscolo stapedio, che agisce sulla staffa; quest’ultimo, in particolare, è il più piccolo muscolo del corpo umano.

N.B. La membrana timpanica in presenza di un’onda sonora si mette a vibrare; le sue vibrazioni sono raccolte dai tre ossicini che, attraverso un vero e proprio sistema di leve trasmettono la vibrazione amplificata.

Orecchio interno: Questo complesso sistema di trasmissione dei suoni ha il suo sbocco finale nella finestra ovale, inserita sulla quale agisce, come un pistone la staffa.  La finestra ovale è la via di accesso all’orecchio interno, scavato dall’osso temporale e nel quale, assieme all’apparato cocleare, costituito dalle strutture deputate all’udito, troviamo l’organo del senso dell’equilibrio, detto apparato vestibolare.
L’apparato cocleare è così chiamato perché è contenuto in una galleria scavata a spirale attorno ad un asse conico, il modiolo,per due giri e un quarto; essa,rassomigliando molto alla conchiglia di una chiocciola,viene detta coclea, una struttura ossea a forma di spirale,
contenente un liquido ,dal nome latino di quest’animale.

N.B.  La staffa, l’ultimo dei tre ossicini, agisce sulla coclea provocando un ‘movimento vorticoso’ al liquido in esso contenuto.
Questo vortice stimola un piccolo gruppo di terminazioni nervose collegate al nervo acustico, che a sua volta è collegato al cervello che genera la ‘sensazione uditiva’.




LA RIFLESSIONE DEL SUONO

Pensa all’esempio di un sasso lanciato nello stagno: quando le onde raggiungono la riva, rimbalzano contro di essa tornano indietro; in altre parole subiscono una ‘riflessione’.  Lo stesso accade alle onde sonore. Quando un’onda sonora incontra un ostacolo, per esempio un muro, rimbalza indietro verso la sorgente che l’ha emessa;questo fenomeno è la riflessione sonora.  L’onda in arrivo è detta onda incidente, l’onda generata dal ‘rimbalzo’ è detta onda riflessa.
Dunque la riflessione sonora dà origine a tre fenomeni: l’eco e riverbero,il rimbombo e la risonanza.

La Risonanza

La risonanza: se provi a pizzicare due corde della chitarra, puoi osservare che anche le altre corde vibrano debolmente,influenzando il suono emesso dallo strumento. In sostanza, una corda viene messa in vibrazione dalle altre, pur non essendo stata toccata dal suonatore.
Il fenomeno della trasmissione di vibrazioni da una sorgente sonora a un altro corpo ci chiama ‘risonanza’ o ‘oscillazioni simpatiche’.
Considera due diapason uguali, disposti uno a fianco all’altro; colpendo il primo diapason con un martelletto, si ode la nota che esso genera; se si ripete l’operazione, e si ferma con la mano la vibrazione del diapason colpito, si ode lo stesso suono emesso dal secondo diapason.
Questo succede perché le onde sonore generate dal primo diapason, raggiungono il secondo e gli trasmettono l’energia necessaria perché anch’esso entri in vibrazione. Queste vibrazioni forzate hanno la stessa frequenza di quelle del diapason colpito dal martelletto.
Il fenomeno della risonanza è alla base del funzionamento degli strumenti musicali: le vibrazioni delle corde ad esempio di una chitarra, mettono in risonanza il legno di cui è costituito lo strumento, il cui corpo è anche chiamato ‘cassa di risonanza’.
Se le stesse corde vengono fatte vibrare lontano dalla cassa, il suono emesso è molto più debole e meno gradevole all’udito.
Anche nell’emissione della voce, entra in gioco la risonanza: il suono è emesso dalle corde vocali, che vibrano, mentre le cavità della bocca , della cassa toracica,del naso fungono da cassa di risonanza. 
I risuonatori di Hemholtz sono delle particolari cavità risonanti acustiche create da Hermann von Helmholtz nel 1860 per lo studio del suono e della sua percezione. Essi possono essere semplicemente costruiti come dei recipienti di metallo, in genere sferici o cilindrici, di varie dimensioni, con una stretta apertura da un breve e stretto collo.
Oppure si può soffiare all’interno del collo di una bottiglia vuota, il suono prodotto è dovuto alla risonanza di Helmholtz.
La risonanza di Helmholtz  è utilizzata nei pannelli forati per interventi di fonoassorbimento in acustica architettonica.
Il tal caso il risuonatore agisce come ‘smorzatore dinamico’ per le onde sonore in ambienti in cui sono presenti fenomeni di risonanza acustica.
Inoltre trova applicazione anche nei subwoofer, tramite sistema bass- reflax, nelle casse acustiche e negli impianti hi fi.


Il Rimbombo

Il rimbombo: il fenomeno del rimbombo, si verifica quando la distanza tra la sorgente sonora e la parete che riflette il suono è troppo breve perché possa verificarsi il fenomeno dell’eco. Allora le onde riflesse si sovrappongono a quelle incidenti, dando origine a un suono ‘confuso’.Per eliminare questo fenomeno, in genere si utilizzano tappeti, tendaggi, ect…Oppure si tappezzano le pareti con materiali fonoassorbenti, che hanno la proprietà di assorbire in parte l’onda sonora, evitando il rimbombo. La particolare forma dei teatri, delle sale da concerto e i materiali utilizzati per i rivestimenti sono studiati per ridurre al minimo il rimbombo della sala.La barriera anti rumore o barriera acustica o barriera fonoassorbente è un'opera avente lo scopo di ridurre la propagazione dei rumori verso uno o più soggetti sensibili (ricevitori o ricettori). Il sistema è utilizzato principalmente per proteggere i luoghi abitati dall'inquinamento acustico  prodotto da strade, autostrade, ferrovie o nuclei industriali.Un altro esempio è il  fenomeno dell’eco è dovuto alla riflessione del suono e viene sfruttato dall’uomo per misurare la profondità del fondo marino o per localizzare relitti,banchi di pesci, sommergibili ect… mediante una complessa apparecchiatura detta appunto sonar  o ecoscandaglio.  Osserviamo il funzionamento di un sonar nel caso, ad esempio, si voglia misurare la profondità di un fondale marino.Il sonar,posto sotto la carena di una nave, emette degli ultrasuoni tramite un dispositivo che contemporaneamente registra l’istante in cui essi vengono emessi.Quando le onde sonore  arrivano sul fondo marino, vengono riflesse e ritornano alla nave, dove sono captate da un altro dispositivo del sonar che registra anche l’istante del loro arrivo.Misurando l’intervallo di tempo intercorso tra l’emissione e la ricezione delle onde sonore, e conoscendo la velocità di propagazione del suono nell’acqua del mare, si ottiene la misura della profondità del fondo marino.

Materiali fonoisolanti


Il concetto di materiale fonoisolante e strettamente connesso alla legge della massa. Il che significa che un materiale è tanto più fonoisolante quanto più elevato è il suo peso specifico, ne consegue che sono buoni materiali fonoisolanti ad esempio: la gomma, il piombo, l'acciao, il marmo, il legno massiccio, il truciolare ad alta densita, il vetro etc. Tuttavia va chiarito che in ambito edilizio soprattutto al fine di non appesantire le strutture edili, ma talora anche per ragioni di costi, l'effetto del fonoisolamento è ottenuto in termini più efficaci e vantaggiosi attraverso la giustapposizione di materiali fonoisolanti e materiali fonoassorbenti nell'ambito di composizioni prefabbricate ovvero realizzate in loco. In tal modo si consegue l'effetto di isolare acusticamente un ambiente combinando l'intrinseca capacità di ostacolare il rumore di alcuni materiali con l'effetto dissipativo (assorbente) del rumore di altri materiali dal peso specifico inferiore con spiccata capacità di inglobare aria e/o di dissolvere il rumore. Ad esempio si pensi ad una parete divisoria in mattoni con intercapedine, il vuoto dell'intercapedine garantisce di per se un buono smorzamento acustico grazie alla capacità smorzante dell'aria, se poi si inseriscono, all'interno dello spazio vuoto, dei materiali porosi come i pannelli in fiocchi di poliuretano compressi, il fattore smorzante aumenta notevolmente. Il risultato finale e globale sarà quello di ottenere un elevato isolamento acustico ambientale.
Va da se che il ricorso a materiali come il polistirene (polistirolo), che talora, nella credenza popolare, viene erroneamente ed inspiegabilmente considerato un isolante/assorbente acustico, è del tutto inutile, avendo un'efficacia assolutamente nulla sotto il profilo fonoisolante; in taluni casi, risulta addirittura controproducente,
L'utilizzo di materiali fonoisolanti e fonoassorbenti combinati insieme al fine di isolare acusticamente un ambiente rientra nelle cosiddette tecniche di insonorizzazione.

Fonoisolanti naturali
  
Piombo
Il piombo è un materiale fonoisolante naturale che trovava impiego soprattutto nel passato; grazie alla sua alta densità infatti consente di ottenere importanti risultati in termini di abbattimento sonoro. Tuttavia gli alti costi di produzione delle lastre di piombo unitamente alle problematiche di compatibilità ambientale e di smaltimento delle stesse, hanno fatto sì che il piombo sia ormai un materiale obsoleto, sotto il profilo acustico, il cui utilizzo quindi è estremamente limitato e residuale nell'insonorizzazione civile ed industriale moderna.
 
Gomma
La gomma naturale, che si ricava dalla resina delle cortecce di alcune piante, e quella sintetica a base polimerica, possiede una densità cellulare consistente è può essere impiegata proficuamente come isolante acustico. La gomma (in special modo le particelle di gomma a granulometria controllata, addensate e compatatte), costituisce ad oggi il miglior materiale isolante acustico tecnico, con impareggiabile rapporto costi/benefici. I manufatti isolanti in gomma sono "ecologici", di facile lavorabilità ed hanno definitivamente soppiantato il piombo, considerato un materiale costoso, inquinante e ostico sotto diversi profili. Di norma, viene commercializzata in lastre o in materassini.
 
Solitamente i maggiori produttori di pannelli fonoisolanti, al fine di ottenere migliori risultati in termini di abbattimento sonoro, accoppiano la gomma assieme a pannelli rigidi(es: il cartongesso,  che ha il vantaggio di essere un prodotto finito) o la combinano con materiali fonoassorbenti quali fibre naturali e sintetiche, poliuretano, fibra di legno, sughero etc, per la produzione di pannelli sandwich o di materassini dall'elevato potere fonoisolante che sfruttano l'effetto dissipativo proprio dei predetti materiali.
Caratteristiche fonoisolanti di alcuni materiali edili convenzionali.

Mattoni in laterizio o cotto

Sono normalmente utilizzati per la realizzazione di pareti perimetrali e interne degli edifici per civile abitazione. L'indice del potere fonoisolante per un singolo mattone in laterizio forato dello spessore di 8 cm, si attesta intorno a valori di 35 Rw. Nel caso di parete intonacata con intercapedine si possono raggiungere valori fino a 60-65 Rw ricorrendo a particolari materiali tecnici e/o all'insufflaggio di particolari schiume fonoassorbenti.

Mattoni in cemento

I blocchi di calcestruzzo sovente utilizzati per la realizzazione di pareti perimetrali e portanti presentano valori di isolamento acustico nell'ordine di >50 db riferito a manufatti forati di 20 cm di spessore con massa intorno ai 1200 kg/m3
Solai in laterocemento
Gli elementi di separazione tra i pieni di un edificio sono realizzati attrarverso l'utilizzo di speciali mattoni intelaiati in strutture di calcestruzzo armato. Per solai dello spessore di 20 cm si può ipotizzare un capacità fonoisolante di circa 50-55 db

Cemento armato

Il calcestruzzo armato (cemento con la presenza di anime in acciaio al suo interno) utilizzato principalmente per la realizzazione delle strutture portanti degli edicfici (pilastri, travi, muri di contenimento) raggiunge valori di perdita di trasmittanza sonora (Rw) di circa 60 db riferito ad elementi dello spessore di 20 cm e di peso di 1500 kg/m3

Cartongesso

Il cartongesso utilizzato principalmente per la creAzione d controsoffitti (tetti falsi) ma anche per la realizzazione di pareti divisorie leggere e di contropareti, presenta più caratteristiche fonoassorbenti che fonoimpedenti, tuttavia il suo utilizzo combinato a quello di altri materiali contribuisce all'ottenimento di alti valori di fonoisolamento.
 
Pannelli in alluminio

Trovano utilizzo soprattutto nella realizzazione di capannoni industriali relativamente alle coperture e alle tarmezzature. Una lastra d'alluminio semplice dello spessore di 0,3 cm raggiunge valori di circa 26 db Rw.

Vetri semplici

Il vetro nell'ambito delle costruzioni civili rapresenta certamente l'anello debole della protezione sonora dell'edificio, sia per l'impossibilità di utilizzare spessori esagerati sia per ragioni connesse alla frequenza di risonanza dei cristalli. Indicativamente di seguito alcuni valori dell'indice Rw in ragione dello spessore del vetro: 3 mm/26 db, 4 mm/28 db 6 mm/30, db 8 mm/32 db 10 mm/34 db.
Vetri stratificati
L'operazione di stratificazione ossia l'interposizione tra i vetri di uno o piu lamine di PVC o altri materiali plastici migliora le caratteristiche fonoisolanti del vetro in quanto fa abbassare la frequenza di risonanza, posizionandola al di sotto del range di frequenza critica nel quale arrecherebbe maggiormente fastidio (100-3500 Hz)

Vetrocamera

Contrariamente a quanto comunemente si pensi i così detti doppi vetri (vetrocamera) se certamente presentano indubbi vantaggi in termini di isolamento termico non di meno non arrecano significativi miglioramenti in termini di abbattimento del rumore, questo perchè sostanzialmente vige la legge della massa (il massimo risultato conseguibile è quello per cui il potere fonoisolante complessivo è pari alla somma dei poteri fonoisolanti dei singoli divisori che compongono la vetrata doppia), poichè l'intercapedine di pochi mm o cm non permette di ottenere grandii vantaggi acustici che potrebbero realizzarsi soltanto per valori di separazione dei due elementi superiori ai 10 cm (doppie o triple finestre). Tuttavia l'utilizzo di cristalli di spessore differente e/o il riempimento dell'intercapedine con gas particolari (Es: argon) contribuiscono ad accrescere l'isolamento acustico: in questo caso la vetrate isolanti permettono di combinare l'isolamento termico a quello acustico.
Infissi e serramenti
Sebbene nell'isolamento acustico di una porta/finestra l'elemento più rilevante sia costituito dal vetro, bisogna tuttavia prestare attenzione anche all'utilizzo di serramenti di qualità e spessore congrui, al fine di non vanificare l'effetto fonoisolante dei cristalli. I serramenti di utilizzo più comune sono costruiti in legno, PVC, alluminio o legno-alluminio. Di significativa importanza è l'utilizzo delle gaurnizioni di tenuta che contribuiscono a stabilizzare la prestazione fonoisolante dell'intero serramento realizzate in gomma, silicone o EPDM. Punto debole del sistema finestra talora è il cassonetto, nel qual caso sarà necessario apposito intervento insonorizzante.


Materiali fonoassorbenti


I materiali fonoassorbenti vengono utilizzati in ambito architettonico ed edilizio per correggere le caratteristiche dell'onda sonora soprattutto in termini di riverbero ossia per modulare la velocità e qualità di risposta sonora dell'onda acustica allorchè questa viene a contatto con una determinata superficie con caratteristiche intrinseche di assorbimento e riflessione sonora. Inoltre l'utilizzo di materiali fonoassorbenti in concomitanza con elementi fono isolanti risponde alle esigenze tipiche dell'insonorizzazione di macchinari e locali e di controllo del rumore.
Come abbiamo visto nel paragrafo dedicato all'assorbimento acustico, questo si realizza attraverso differenti modalità: assorbimento acustico per porosità, per risonanza di membrana, per risonanza di cavità. Nella maggior parte dei casi i materiali fonoassorbenti in senso stretto agiscono soprattutto attraverso il principio dell'assorbimento per porosità, mentre l'assorbimento per risonanza di membrana e/o di cavità si realizza attraverso elementi strutturali complessi.
Gli assorbenti acustici porosi sfruttano il principio di dissipazione del suono/rumore in calore attraverso moti convettivi e a loro volta si possono distinguere in fonoassorbenti fibrosi e materiali fonoassorbenti a celle aperte.

Lana di vetro

E' un silicato amorfo, derivato dal vetro, che è commercializzato sotto forma di rotoli, materassini e pannelli fonoassorbenti, possiede un'alta capacità di inglobare aria attraverso una corposa struttura lanuginosa e pertanto di disperdere in calore l'onda sonora. Certamente tra i migliori materiali fonoassorbenti. Ottima anche come isolante termico. Un prodotto relativamente economico ed altamente efficiente nella riduzione del rumore.

Lana di Roccia

Possiede caratteristiche similari alla lana di vetro e deriva da uno speciale procedimento estrattivo che riguarda la roccia vulcanica. Ha caratteristiche ignifughe superiori a quelle della lana di vetro. Si rinviene sotto forma di pannelli e rotoli.

Sughero

Certamente il miglior materiale assorbente acustico esistente in natura. Da preferire alla lana di vetro e a quella di roccia tutte le volte in cui si intendono assecondare esigenze di natura ecologica e salutistica senza badare a spese. Acquistabile sotto forma di materassini o di pannelli fonoassorbenti.

Truciolato di legno

Il legno truciolare è realizzato attraverso l'accorpamento di fibre legnose derivanti dagli scarti della lavorazione del legno che vengono pressate e incollate tra loro fino a formare pannelli rigidi e resistenti. Si ottiene un prodotto con discrete doti fonoassorbenti e fono isolanti.

Moquette e tappeti

Trattasi di manufatti in tessuto naturale (lana, linoleum, canapa, juta, fibra di cocco) ovvero realizzati su base acrilca, soprattutto nel caso della moquette. Tappeti e moquettes sono comunemente utilizzati per l'arredamento di case e spazi commerciali e contribuiscono significativamente nel conseguimento di determinati standard di comfort acustico.

Tendaggi

Le tende realizzate in stoffa o in altri tessuti naturali o sintetici contribuiscono a schermare l'onda sonora migliorando le caratteristiche riverberanti del suono al fine di una migliore fruizione degli spazi.


Poliuretano espanso

E' un polimero che ha ottime caratteristiche di materiale assorbente acustico da impiegare sia nel riempimento di intercapedini per aumentare la prestazione fono isolante delle pareti, sia a vista per rispondere ad esigenze di miglioria del comfort acustico di ambienti abitativi ed insediamenti umani civili e commerciali. Si presta ad applicazioni tecniche differenziate a seconda delle sue versioni produttive (liscio,bugnato,piramidale). Prodotto in materassini morbidi. il poliuretano può essere insufflato per riempire intercapedini e facilmente lavorato se usato sotto forma di schiuma poliuretanica, rispondendo a molteplici esigenze di fono assorbimento.

Melammina espansa

Materiale fonoassorbente leggero e flessibile, originato da resine o foam acrilici, che rispetto al poliuretano espanso risponde meglio ad esigenze antincendio essendo un prodotto ignifugo ad alta classificazione.

Vermiculite espansa

E' un minerale che sottoposto a cottura si espande notevolmente acquisendo notevoli proprietà isolanti. Da utilizzare per insufflaggi ovvero per la realizzazione di intonaci fonoassorbenti.

Perlite espansa

Silicato di origine vulcanica che al pari della vermiculita può essere utilizzato come coibente acustico per riempire intercapedini o costituire intonaci fonoassorbenti.

Argilla espansa
prodotto naturale sottoposto a cottura ad alta temperatura ottimo sia per la realizzazione di intonaci che per la creazione di blocchi dalle spiccate caratteristiche di fonoassorbenza.
 
Altri assorbenti acustici secondari sono: polietilene espanso, polistirene espanso (polistirolo)
 

L'Eco e il Riverbero

L’eco: L’orecchio umano riesce a distinguere due suoni solo se essi sono separati da uno spazio di tempo di almeno 1/10 di secondo.
Immagina di produrre un suono breve, per esempio battendo le mani.
La durata di questo suono è circa 1/10 di secondo, e poiché le onde sonore si muovono nell’aria a circa 340 m/s, in questo intervallo di tempo il suono percorre nell’aria 34 metri.
Quindi, perché il nostro orecchio possa distinguere un suono riflesso rispetto a quello emesso, e quindi si abbia l’eco, occorre che la distanza tra la sorgente del suono e la parete che lo riflette sia di almeno 17 metri ( 17 m. all’andata e 17 m. di onda riflessa al ritorno fanno appunto 34 metri). Naturalmente per udire suoni più lunghi, come avviene spesso in montagna dove si riescono ad ascoltare intere parole riprodotte dall’eco,occorrono distanze maggiori.
In fisica e acustica invece il riverbero è un fenomeno acustico legato alla riflessione dell'onda sonora da parte di un ostacolo posto davanti alla fonte sonora. Il riverbero ha aspetti negativi, come il rischio di mascheramento delle sillabe del parlato o del fraseggio musicale, e positivi, come il rinforzo dell'intensità della sorgente, a seconda della ricombinazione in fase e o contro fase dell'onda riflessa con quella emessa dalla sorgente (interferenza tra onde).

Ramo principale

SUONO

Monocordo
Muro del suono

Quando un aereo raggiunge la velocità del suono, cioè 1224 km all’ora, si sposta alla stessa velocità delle onde sonore da lui stesso prodotte: in altre parole le onde sonore non si distanziano dal velivolo,ma gli si ammucchiano intorno e giungono così a formare una specie di barriera, il cosiddettomuro del suono. Se l’aereo aumenta la velocità sfonda, per così dire, questo muro e produce un forteboato che, se prodotto a bassa quota, può mandare facilmente in frantumi i vetri delle abitazioni

Gli infrasuoni
Gli Ultrasuoni


L’orecchio umano percepisce una vasta gamma di suoni, con frequenze comprese tra i 10 e 20000 Hz. I suoni con frequenze inferiori a 16 Hz, detti ‘infrasuoni’,  e quelli con frequenze superiori a 20000 Hz, detti ‘ultrasuoni’ , non sono percepiti dal nostro orecchio.
Non è così per tutti gli esseri viventi; per esempio, l’apparato uditivo dei cani, pipistrelli, gatti, delfini è in grado di percepire ‘ultrasuoni’ ; gli stessi cani e gli elefanti sono in grado di percepire anche gli ‘infrasuoni’.
E’facile distinguere una stessa nota suonata da un flauto o da una tromba, da un pianoforte o da una chitarra; allo stesso modo sei in grado di riconoscere la voce di un amico che ti parla al telefono senza vederlo. Questo è possibile perché le diverse sorgenti sonore possono produrre suoni diversi, pur avendo la stessa intensità e la stessa altezza.
Ciò è dovuto al diverso modo di vibrare delle sorgenti sonore, in pratica, ogni sorgente emette una vibrazione fondamentale  e insieme a essa alcune vibrazioni secondarie, dette ‘armoniche’, che modificano la forma complessiva dell’onda: in questo consiste il timbro di un suono.
Gli ultrasuoni sono utilizzati dall’uomo, anche se non è in grado di udirli, sia nei laboratori scientifici sia in applicazioni pratiche.
Esistono per esempio altimetri acustici a ultrasuoni, che sfruttano il fenomeno della riflessione: un fascio di ultrasuoni viene emesso da un aereo diretto verso il suolo e viene rilevato il tempo che impiega a tornare indietro; conoscendo la velocità del fascio, l’altimetro calcola la distanza del velivolo dal suono.
Molte sono le applicazioni in medicina, dove si utilizza la maggiore o minore capacità di riflettere gli ultrasuoni da parte dei vari tessuti che formano gli organi del corpo umano. Un esempio è l’ecografia prenatale, con la quale è possibile monitorare lo stato di salute del feto durante la gravidanza e diagnosticare alcune malattie.
Un’altra applicazione degli ultrasuoni si ha nella terapia della calcolosi , in questo caso vengono utilizzati come onde d’urto che spesso riescono a frantumare i calcoli renali ebiliari consentendo di evitare invasive terapie chirurgiche.




Le Qualità del Suono

Tutti i suoni hanno delle caratteristiche che li contraddistinguono e permettono di riconoscerli: intensità, altezza, timbro e durata.

La Durata


La durata del suono è il suo prolungarsi nel tempo attraverso l’emissione di onde sonore. I suoni, a seconda della loro durata, si definiscono brevi o lunghi.
La durata di un suono è determinata da diversi fattori:
l’elasticità del corpo sonoro che lo produce (una piastra di metallo risuona più a lungo di una di legno);
la forza con cui si fa vibrare il corpo sonoro (una superficie sonora percossa debolmente produce un suono più breve di una percossa con forza);
il tipo di sollecitazione al quale viene sottoposto il corpo sonoro per produrre il suono (una corda di violino pizzicata con le dita produce un suono più breve di una corda sfregata con l’archetto).
La durata di un suono è il suo percorso nel tempo e permette di distinguere suoni lunghi e suoni brevi e si rappresentano graficamente con i le figure musicali, puntini, linee, onde (cioè segni) la durata di ciascun suono.

Il Timbro

E’ facile distinguere una stessa nota suonata da un flauto o da una tromba, da un pianoforte o da una chitarra; allo stesso modo sei in grado di riconoscere la voce di un amico che ti parla al telefono senza vederlo. Questo è possibile perché le diverse sorgenti sonore possono produrre suoni diversi, pur avendo la stessa intensità e la stessa altezza.
Ciò è dovuto al diverso modo di vibrare delle sorgenti sonore, in pratica, ogni sorgente emette una vibrazione fondamentale  e insieme a essa alcune vibrazioni secondarie, dette ‘armoniche’, che modificano la forma complessiva dell’onda: in questo consiste il timbro di un suono.


L'Altezza

L’altezza dei suoni dipende dalla frequenza della vibrazione , cioè dalla maggiore o minore rapidità con cui la sorgente vibra.
Se provi a pizzicare la prima e l’ultima corda di una chitarra, ti accorgi immediatamente che, benchè la nota sia sempre la stessa e cioè un mi, i due suoni sono diversi: uno è più acuto e l’altro è basso.
Ciò è dovuto al fatto che le due corde non vibrano nello stesso modo.
Infatti, la corda più spessa vibra più lentamente di quella più sottile, per cui vibrazioni più lente producono un suono grave, più basso, e vibrazioni più rapide producono un suono acuto, più alto.
Lo stesso fenomeno si può verificare utilizzando la tastiera di un pianoforte; la stessa nota può essere suonata, premendo tasti su ottave diverse, in modo grave o acuto; questo è dovuto alla frequenza con cui vibrano le corde dello strumento.

L'Intensità

L’intensità del suono è quella caratteristica che ci permette di distinguere un suono forte da uno debole; dipende dall’ampiezza della vibrazione  della sorgente sonora.
A un’ampiezza maggiore corrispondono suoni più intensi, cioè più forti, a un’ampiezza minore  corrisponde suoni meno intensi, cioè più deboli.
L’intensità con cui viene percepito dal nostro orecchio dipende anche della distanza tra la sorgente sonora e l’ascoltatore.
Se ad esempio avvicini l’orecchio all’apparecchio radio,sicuramente riceverai una sensazione ben diversa da quella che provi ascoltandolo stesso suono a qualche metro di distanza; questo succede perché la quantità d’aria messa in movimento dal corpo che vibra aumenta man mano che si allontana da questo e di conseguenza, l’energia trasmessa viene ‘diluita’   con la distanza e il suono si sente meno forte. 
L’intensità del suono viene misurata attraverso il decibel (dB), in base alla sua potenza e alla sensazione fisica che esso provoca.
Suoni d’intensità molto elevata possono causare dolore e danni irreparabili all’apparato uditivo: questo limite, detto soglia del dolore, è fissato a circa 130 decibel.  Ascoltare musica sempre ad alto volume è quindi dannoso alla salute fisica e mentale; pultroppo nell’attuale società ci sono molti rumori nocivi che non possiamo evitare e che quindi siamo costretti a subire. Di conseguenza si parla di ‘inquinamento acustico’.
Il fonometro è un misuratore del livello di pressione acustica.

onde sonore

Il mezzo propagante, solitamente l’aria, ma anche l’acqua o un altro corpo solido, subisce l’alterazione delle proprie ‘molecole’  che vengono compresse e rarefatte dalla vibrazione dell’oggetto, producendo un’onda sonora: questa si ripercuote nello spazio e quando raggiunge viene percepita dal nostro orecchio che ci trasmette la ‘sensazione uditiva’ che noi chiamiamo“suono”.Nel procedimento decritto, il mezzo propagante ha una grande importanza perché è il vero tramite tra noi e l’oggetto che produce il suono. Senza il mezzo propagante non potremmo avvertire alcun suono e vivremmo nel silenzio più totale. Infatti nello spazio gli effetti sonori non si propagano perché non c’è una sostanza come l’aria capace di trasmettere le onde.  Le velocità con cui le onde sonore si spostano dipende dalla densità molecolare del mezzo propagante: più è denso, maggiore sarà la velocità del suono.Dunque non solo l’aria conduce il suono, ma anche il legno, il vetro e così via…Per esempio nell’aria le onde sonore viaggiamo a circa 340 metri al secondo ad una temperatura di circa di 20°C, mentre nell’acqua la velocità del suono è di circa 1450 metri al secondo, nell’acciaio circa 5000, nel ferro circa 6000. Ecco perché alcuni strumenti musicali sono costruiti in varie leghe, come l’ottone, costituito da rame e zinco. Dunque i suoni sono oscillazioni che si trasmettono sotto forma di onde meccaniche, le onde sonore. Sai che per far suonare una chitarra basta pizzicare una delle corde, che inizia ad oscillare, emettendo un suono: questa oscillazione si chiama ‘vibrazione’  e quando l’oscillazione termina il suono cessa.Lo stesso accade se percuoti con un cucchiaino un bicchiere : il bicchiere entra in vibrazione e genera un suono, che dura alcuni istanti e poi si estingue. Un risultato analogo si ottiene tenendo con forza un elastico tra le dita  pizzicandolo:mentre l’elastico vibra, emette un suono, anche se più debole di quello di una chitarra; il suono cessa quando l’elastico non vibra più. Quando viene pizzicato, l’elastico inizia a oscillare rapidamente intorno alla propria posizione di riposo e, man mano che l’ampiezza dell’oscillazione si riduce,anche il suono cambia: quando la vibrazione cessa, non si sente più nulla,confermando che la vibrazione è la causa del suono.Il suono è prodotto dalla vibrazione di un corpo. Una sorgente sonora è un corpo che, vibrando, emette un suono.  La differenza tra suono e rumore  è da paragonarsi a quanto segue e cioè che il suono  è qualcosa di piacevole, mentre il rumore è qualcosa di fastidioso.L’acustica stabilisce comunque una differenza precisa, cioè oggettiva, tra suono e rumore, basata sull’analisi delle ‘vibrazioni’ : se le vibrazioni sono ‘regolari’, cioè uguali una all’altra, abbiamo il suono; se sono ‘irregolari’  , cioè diseguali tra loro, abbiamo un  rumore.
Le onde sonore si propagano dalla sorgente sonora e si diffondono nello spazio circostante in modo circolare. Le onde sonore sono infatti onde sferiche. Per avere un’idea visiva di questo fenomeno basta pensare a un sasso che cade nell’acqua ferma di uno stagno; appena il sasso tocca l’acqua si formano delle onde che muovono la superficie.
Ebbene, il suono si propaga nell’aria con lo stesso movimento delle onde nello stagno. Un’onda viene rappresentata graficamente per mezzo di una linea chiamata ‘sinusoide’. Essa presenta una sequenza regolare di “picchi”  , le creste  dell’onda e di “avvallamenti”, i ventri dell’onda. Si può tracciare la ‘carta d’identità di un’onda in base ad alcune caratteristiche, che sono l’ampiezza, la lunghezza, il periodo e la frequenza.

La Frequenza
Il Periodo
La lunghezza
L'ampiezza

L’ampiezza di un’onda  è lo spostamento del punto più estremo dell’onda rispetto alla posizione iniziale. La lunghezza d’onda  è la distanza tra due punti più alti o più bassi consecutivi raggiunti dall’onda. Il periodo è il tempo impiegato da un punto dell’onda per compiere un’oscillazione completa, mentre la frequenza di un’onda è il numero di oscillazioni che si succedono in 1 secondo.La frequenza si misura in hertz, simbolo Hz. Dunque 1 hertz = 1 oscillazione al secondo. Questa unità di misura deriva il suo nome dal fisico tedesco Heinrich Hertz, che nella seconda metà dell’Ottocento compì important studi dimostrando tra l’altro l’esistenza delle ‘onde elettromagnetiche’.
La vibrazione  di un corpo elastico, di una corda, di una piastra di metallo, di una colonna d’aria, produce un movimento che possiamo definire di ‘andata e ritorno’  ; infatti la vibrazione compie più volte un percorso di ‘andata e ritorno’ attraverso l’oggetto, ad esempio da un capo all’altro di una corda di chitarra. Osservando il movimento di oscillazione di un pendolo possiamo individuare alcune caratteristiche presenti nelle vibrazioni che producono un suono.
Il pendolo viene spostato dalla sua posizione di riposo (A) per essere portato nella posizione B, dove avrà inizio il suo ‘movimento oscillatorio’. Liberato dal freno, il  pendolo scende con velocità crescente verso A, consumando l’energia che aveva accumulato ed acquisendone altra che gli consentirà di risalire verso la posizione opposta a quella di partenza C, raggiunta la quale invertirà il movimento scendendo di nuovo verso A.
A questo punto avrà termine il primo periodo oscillatorio, al quale seguirà un nuovo periodo, quindi un terzo, un quarto e così via…
Questi movimenti oscillatori proseguiranno smorzandosi gradualmente fino a che il pendolo sarà tornato allo stato di riposo.
Il graduale smorzamento delle oscillazioni produce una graduale diminuzione della loro ‘ampiezza’.
Verso il 1580 lo scienziato Galileo Galilei scoprì la legge dell’isocronismo pendolare .Osservando l’oscillazione di una lampada nel Duomo di Pisa lo scienziato constatò che il tempo impiegato per compiere un’oscillazione era sempre uguale, nonostante la diversa ampiezza del movimento oscillatorio. Di conseguenza egli capì che il tempo di oscillazione era determinato dalla lunghezza del filo e non dalla forza con la quale il pendolo (la lampada) veniva fatta oscillare. Un pendolo più corto oscilla più velocemente di uno più lungo; la forza con la quale mettiamo in movimento il pendolo non influisce sul tempo impiegato a percorrere un’oscillazione.
La stessa legge fisica che regola il movimento oscillatorio del pendolo può essere applicata agli strumenti musicali: infatti la lunghezza della corda o della colonna d’aria negli strumenti musicali determina l’altezza del suono; l’ampiezza della vibrazione determina invece l’intensità del suono, cioè il volume sonoro.



CENNI GENERALI E STORICI


Gli antichi ebbero concetti sufficientemente esatti sulla natura del suono, considerato come “vibrazione della forza elastica dell’aria”.
La scuola pitagorica studiò a fondo i principali elementi dell’acustica musicale,e a Pitagora stesso è attribuita l’invenzione del ‘monocordo’.
Il monocordo è uno strumento composta da una sola corda tesa sopra una cassa di risonanza fra due ponticelli e posata su un terzo ponticello intermedio che può essere spostato a piacere sotto essa, in modo da ottenere dalle vibrazioni delle due sezioni della corda così divisa suoni di altezza variabile. Più che nella pratica strumentale trova impiego in campo sperimentale, permettendo di verificare i rapporti tra la lunghezza della corda e l’altezza del suono; a tal fine fu usato dai pitagorici e dagli studiosi medioevali.
Secondo Boezio, filosofo romano, questo strumento fu inventato in Grecia nel VI secolo a.C. per studi acustici.
In età medioevale si affermò la ‘scala musicale’  oggi accettata, indicata allora con le lettere A,B,C,D,E,F,G, alle quali Guido D’ Arezzo, monaco benedettino,avrebbe poi sostituito i nomi attuali, rispettivamente con la, si,do,re,mi,fa,sol; la denominazione letterale suddetta è rimasta in uso nei paesi anglosassoni e in Germania.
In età moderna G.Galilei rese visibili le onde sonore sulla superficie di un bicchiere d’acqua; la velocità del suono fui oggetto d’indagine da parte dell’Accademia del Cimento e poi di molti fisici, ad esempio Newton, diede una formula per calcolare la velocità del suono in un mezzo qualsiasi.
La realtà che si manifesta intorno a noi in qualunque ora della giornata e in qualunque ambiente ci troviamo, ci offre un’infinità di suoni e rumori prodotti dalle più svariate fonti: automobili, voci umane, suoni e rumori della natura,
L’acustica, la scienza che studia questo aspetto della realtà,definisce  .     
La causa che produce un‘effetto sonoro’ è la ‘sollecitazione’  (una percussione o uno sfregamento) che si imprime ad un qualunque oggetto; esso che ha ricevuto questa sollecitazione si mette a vibrare: la vibrazione viene trasmessa all’ambiente circostante che viene definito ‘mezzo propagante’.
Il mezzo propagante, solitamente l’aria, ma anche l’acqua o un altro corpo solido, subisce l’alterazione delle proprie ‘molecole’  che vengono compresse e rarefatte dalla vibrazione dell’oggetto, producendo un’onda sonora: questa si ripercuote nello spazio e quando raggiunge viene percepita dal nostro orecchio che ci trasmette la ‘sensazione uditiva’ che noi chiamiamo“suono”.
Nel procedimento decritto, il mezzo propagante ha una grande importanza perché è il vero tramite tra noi e l’oggetto che produce il suono. Senza il mezzo propagante non potremmo avvertire alcun suono e vivremmo nel silenzio più totale. Infatti nello spazio gli effetti sonori non si propagano perché non c’è una sostanza come l’aria capace di trasmettere le onde.  Le velocità con cui le onde sonore si spostano dipende dalla densità molecolare del mezzo propagante: più è denso, maggiore sarà la velocità del suono.
Dunque non solo l’aria conduce il suono, ma anche il legno, il vetro e così via…Per esempio nell’aria le onde sonore viaggiamo a circa 340 metri al secondo ad una temperatura di circa di 20°C, mentre nell’acqua la velocità del suono è di circa 1450 metri al secondo, nell’acciaio circa 5000, nel ferro circa 6000. Ecco perché alcuni strumenti musicali sono costruiti in varie leghe, come l’ottone, costituito da rame e zinco. Dunque i suoni sono oscillazioni che si trasmettono sotto forma di onde meccaniche, le onde sonore. Sai che per far suonare una chitarra basta pizzicare una delle corde, che inizia ad oscillare, emettendo un suono: questa oscillazione si chiama ‘vibrazione’  e quando l’oscillazione termina il suono cessa.
Lo stesso accade se percuoti con un cucchiaino un bicchiere : il bicchiere entra in vibrazione e genera un suono, che dura alcuni istanti e poi si estingue. Un risultato analogo si ottiene tenendo con forza un elastico tra le dita  pizzicandolo:mentre l’elastico vibra, emette un suono, anche se più debole di quello di una chitarra; il suono cessa quando l’elastico non vibra più. Quando viene pizzicato, l’elastico inizia a oscillare rapidamente intorno alla propria posizione di riposo e, man mano che l’ampiezza dell’oscillazione si riduce,anche il suono cambia: quando la vibrazione cessa, non si sente più nulla,confermando che la vibrazione è la causa del suono.
Il suono è prodotto dalla vibrazione di un corpo. Una sorgente sonora è un corpo che, vibrando, emette un suono. 
La differenza tra suono e rumore  è da paragonarsi a quanto segue e cioè che il suono  è qualcosa di piacevole, mentre il rumore è qualcosa di fastidioso.
L’acustica stabilisce comunque una differenza precisa, cioè oggettiva, tra suono e rumore, basata sull’analisi delle ‘vibrazioni’ : se le vibrazioni sono ‘regolari’, cioè uguali una all’altra, abbiamo il suono; se sono ‘irregolari’  , cioè diseguali tra loro, abbiamo un  rumore.